martedì 31 gennaio 2023

MARTEDI' 31 GENNAIO

Oggi è Martedì 31 gennaio 2023 della quinta settimana di questo mese e di questo anno.

Il sole sorge alle 7:23 e tramonta alle 17:23

La luna tram.03:33 e sorge alle 12:35

La prossima luna piena ci sarà il 5 Febbraio


IERI AVVENNE


SUFFRAGIO UNIVERSALE FEMMINILE


Il 31 gennaio del 1945 l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi emanò il decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne.

Era un enorme passo che le donne avevano conquistato dopo lotte intestine che partivano già dalla fine dell'ottocento quando alcune donne lombarde, intorno al 1861 ebbero il coraggio di presentare una petizione in cui si richiedeva al nuovo Regno d'Italia gli identici diritti che esse avevano con il dominio degli austriaci, infatti in molte regioni con l'avvento del Regno le persero il diritto di voto attivo che avevano sotto l'altro stato. Ma la cosa passò naturalmente sottobanco e già nel 1877 per opera di Anna Maria Mozzoni venne sottoscritta una nuova petizione con la richiesta del voto politico alle donne, ovvero di essere riconosciute come donne italiane cittadine, ma non vi fu nessuna risposta, ma la Mozzoni non si dava per vinta tanto da costituire pure una Lega promotrice degli interessi femminili. Nel 1906 firmò un'altra petizione con la collaborazione di Maria Montessori ma stavolta nonostante fosse presa in esame dalla Camera venne assolutamente bocciata. Poi la guerra, il fascismo ostacolarono maggiormente la battaglia dei diritti. Nel 1944 comunque in pieno svolgimento della guerra fu fondato con coraggio e tenacia l'Unione Donne in Italia con il preciso scopo da parte delle donne di lottare contro il fascismo e di portare avanti il diritto per l'emancipazione femminile e per ottenere il voto.

Il diritto di voto fu riconosciuto nel 1945 a tutte le donne che avevano raggiunto i 21 anni, eccetto le prostitute, ma non era concesso il diritto di essere votate . Per questo bisognò attendere il 10 marzo 1946.

Immagine web:




TRASLAZIONE DEL CORPO DI SAN MARCO


Il corpo di San Marco pare fosse conservato nel luogo stesso del suo martirio, ovvero a Bucoli nelle vicinanze di Alessandria e pare anche che nel luogo fosse stata eretta una piccola chiesa. La leggenda narra che nel 828 d.C. dieci navi veneziane furono trascinate senza la volontà dei capitani e dei rematori, nel porto di Alessandria d'Egitto , andando così contro la legge dell'allora imperatore bizantino Leone V l'Armeno che proibiva qualsiasi commercio con gli arabi. Su quella nave vi erano oltre ai tanti commercianti, anche i tribuni Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Due personaggi davvero particolari che oltre ad essere mercanti erano anche molto devoti e pare che avessero scelto come meta delle loro preghiere proprio la chiesetta dove era sepolto il Santo. Da cosa nasce cosa e fecero amicizia con i custodi della chiesa fino ad arrivare poi a una richiesta ben precisa, in quanto si allargavano le leggi di abbattimento dei luoghi sacri cristiani, perchè ciò non accadesse al Santo Marco, si prodigarono di prendere i suoi resti e di recarli lontani, verso la loro città di Venezia. Un custode nonostante la prima titubanza, ma poi colpito dalla devozione e anche per la sorte del suo collega che già era stato incarcerato, accettò.

Si verificarono notevoli miracoli nel lungo rientro a Venezia, dice ancora la leggenda, come furiose tempeste e eventuali salvataggi, o come appena arrivati già il popolo fosse stato avvisato e stava aspettandoli o come quando il corpo che viene portato a spalla dai portantini verso la prima dimora che era il Palazzo Ducale, improvvisamente il peso del corpo svanisce e i portantini non accusano alcuna fatica.

Sarà poi nel tempo che verrà edificata la Basilica odierna in cui sono deposte le relative spoglie, ma già da subito San Marco e il Leone saranno i simboli venerati e sbandierati di una Venezia ancora da sorgere.


Immagine web: Mosaico “Traslazione San Marco” del secolo XIII sul portale sinistro San Alipio sulla facciata della Basilica omonima.Venezia




ALESSANDRO VOLTA SCOPRE IL METANO


Quando il destino e l'intelligenza si incontrano non c'è niente che possa frenarli e nasce così o un'opera d'arte, o un'invenzione o addirittura come in questo caso, una scoperta.

Lo scienziato Alessandro Volta era ospite nel 1776 ad Angera sul Lago Maggiore, presso il cancelliere censuario Carlo Ludovico Giorgio Castigloioni. In una delle sue tante uscite (e precisamente il 31 gennaio) in barca su lago, , ben raccontate nei suoi diari, raggiunse una zona paludosa presso i canneti e inavertitamente, quasi con fare non condizionato, mosse con un bastone il fondale e improvvisamente rialirono delle bolle d'aria in superfice. Non poteva rimanere indifferente uno scienziato come lui che incuriosito prese delle boccette di vetro e vi trasferì dentro quel “gas” delle bolle. Una volta studiatene le proprietà si arrivò infatti alla deduzione scientifica di “gas metano”.

Immagine web:



DA MENZIONARE


NASCITA DI SHUBERT


Nasce a Vienna nel 1797, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Entrò nella cappella della corte di Vienna grazie alle sue doti innate musicali dove imparò armonia e composizione. Dovendo aiutare il padre iniziò la professione di maestro di scuola ma senza naturalmente dimenticare la musica scrivendo addirittura otto opere, quattro messe e tantissime canzoni quali “Il re degli Elfi”. Con l'aiuto degli amici potè dedicarsi completamente alla musica e comunque anche riuscendo a autofinanziarsi con le entrate delle sue composizioni. Per citarne alcune: “La bella mugnaia”, “Il canto del Cigno” “L'incompiuta” l'ouverture della “Rosmunda”, l'”Ottetto” e tante altre ancora . Morirà sempre a Vienna nel 1828.

Immagine web: 




MUORE SILVIO PELLICO


Muore a Torino il patriota e scrittore italiano Silvio Pellico. Amico del Foscolo e con un gruppo di amici letterati fondò e pubblicò a Milano il periodico “il conciliatore”. Presso la casa del conte Porro, di cui era precettore dei figli, conobbe Piero Maroncelli che lo affiliò alla carboneria.

Ma nel 1820 fu arrestato e processato a Venezia dalla magistratura austriaca e trasferito nei “Piombi” , le famose e tremende prigioni venete, poi il processo lo condannò a morte , ma la pena fu commutata in quindici anni di prigionia dura e fu condotto così nella fortezza dello Spielberg dove fortunatamente per grazia sovrana fu liberato dopo otto anni.

Ritornato in Piemonte riprese la sua attività letteraria e fu in quel periodo che compose la famossissima autobiografia “La mie prigioni”, e nel 1854, il 31 gennaio, all'età di 65 anni, muore.

Immagine web: 



IL SANTO DEL GIORNO


SAN GIOVANNI BOSCO


Nacque a Bicchi nel 1815, una frazione di Castelnuovo d'Asti e pare che a nove anni avesse una visione che gli indicava il modo in cui avrebbe dovuto avvicinare i giovani alla fede, quelli che erano lontani da Dio perciò bestie feroci e farli divenire invece docili come agnelli.

Iniziò così il suo “compito” avvicinando i giovani la domenica pomeriggio, dopo i vespri , con la scusa di un gioco che aveva imparato alle varie ferie, e quando questi si erano divertiti ripeteva loro le parole del vangelo della messa odierna.

Terminato il ginnasio intorno al 1835 potè accedere alla vestizione di chierico e già aveva fondato la “Società dell'Allegria” con la proposizione di allontanare tutto ciò che non era degno di un cristiano , e adempirsi completamente ai doveri e anche all'allegria. Fece ogni tipo di lavoro per potersi mantenere gli studi e nel 1841 arrivò finalmente la consacrazione a sacerdote. Iniziò così per lui il “dovere” della visione di tantissimi anni prima, e pur non avendo un luogo fisso, i “suoi” ragazzi lo seguivano ovunque anche con la prospettiva di avere un pasto fisso e dell'allegria che non mancava davvero mai. Dopo circa cinque anni sorse a Valdocco l'oratorio intestato a San Francesco di Sales, da cui prendono il nome tutte le opere di Don Bosco “salesiane”, dove abitualmente e devotamente accoglieva i giovani. Nel 1858 andò a Roma dove chiese a Papa Pio IX l'approvazione per il suo progetto di fondare una congregazione dedita all'educazione dei giovani. Fu davvero un'apoteosi e con la sua determinazione, bontà e allegria, restando sempre fuori da intrallazzi politici, Don Bosco riuscì a catalizzare una serie di iniziative e fondazioni dedite alla gioventù, le opere “salesiane” crebbero a dismisura e furono aperte scuole professionali onde togliere quei giovani dalla strada, dall'ozio forzato e dal vizio. Il suo motto era: “ Tutto per amore, niente per forza”.

Don Bosco fu prete con la stessa nitidezza sia con i poveri che con i potenti.


Immagine web: San Giovanni Bosco




UN SANREMO AL GIORNO (1951)


Da un'idea del Sanremese Amilcare Rambaldi ma con il benestare del presidente dell'ATA (l'azienda concessionaria del Casinò di Sanremo) e poi con il direttore della radio Giulio Razzi con lo scopo non solo di aumentare le audience radiofoniche ma anche di dare vita a un evento che possa attirare persone nel Salone delle feste del Casinò in un periodo (appunto invernale) poco frequentato, nasce il Festival della Canzone Italiana.

Viene diramato alle case editrici musicali l'invito a partecipare al Festival inviando una composizione prettamente di autore italiano, inedita e in forma di canzone. Ne arriveranno ben 240 tra cui verranno scelte solo 20.

A dividersele e cantarle saranno tre interpreti noti o poco noti , Achille Togliani, il Duo Fasano e Nilla Pizzi. Non ha importanza il cantante ma le parole e la musica, si vota per la “canzone”. Saranno ben due orchestre ad accompagnare tutti i motivi e entrambe dirette dal maestro Cinico Angelini, ovvero l'Orchestra della Canzone e l'orchestra “ Angelini e Otto Elementi”. E' il pubblico presente in sala a votare, un pubblico distratto perchè siede e consuma ai tavoli, in sala c'è il classico movimento di un ristorante, con l'andirivieni di camerieri, rumori di vassoi, stappatura di bottiglie, vocii e tanto altro, al punto che ne verrà fuori la caratteristica segnalazione dell'allora simpaticissimo conduttore Nunzio Filogamo, ovvero la classica definizione iniziale “ Amici vicini e lontani....buona sera!”. Dobbiamo sapere che la rappresentazione avviene in diretta soltanto via radio e quel “lontani” potrebbe essere percepito per gli ascoltatori, ma è invece una sottolineatura del conduttore rivolta a coloro che in fondo alla sala creano noncuranti caos e rumore, quei “lontani” dallo spettacolo.

La gara viene sviluppata nei tre giorni di Lunedì, Martedì e Mercoledì e l'intento di attirare persone non è molto riuscito, anche se i prezzi dei biglietti sono davvero alettanti “solo” 500 lire in confronto ad oggi sarebbe 1 Euro.

Ma la sera della finale, ovvero il 31 gennaio, il Salone delle Feste del Casinò di Sanremo creerà una stella, da quella sera in poi sarà dichiarata e riconosciuta come la Regina della Canzone Italiana, Nilla Pizzi che con l'interpretazione della canzone “Grazie dei fiori” indossando un abito bianco di pizzo, lungo e arricciato in vita e con un tralcio di rose appuntato sul vestito, spopola il Salone ma pure le radio poi non avranno altre canzoni che quella da passare ripetutamente per non parlare delle improvvise vendite dei dischi.

In Italia è il dopoguerra, il Paese è povero, i consumi sono a terra mentre il numero degli analfabeti è alle stelle.

Il primo ministro è Alcide De Gasperi della DC

In quell'anno nasce la dichiarazione dei redditi con la conseguente imposta “Vanoni” dal nome del ministro delle finanze.

Lo sport che attira e coinvolge gli italiani è il Ciclismo con i campioni Bartali e Coppi dividendoli in un acerrima sfida, quasi a proiettare quella divisione sociale che pare stia imprimendo il Paese, ovvero la tradizione contadina e rurale con la modernità urbana e intellettuale.

Le canzoni del Primo Festival di Sanremo (1951)





PENSIERI, MASSIME E AFORISMI


La preghiera è come l'arma che dobbiamo sempre aver pronta

per difenderci nel momento del pericolo”.


San Giovanni Bosco



La forza più forte di tutte, è un cuore innocente”.


Victor Hugo – Les feuilles d'automne



Un cuore immacolato non è facilmente atterrito”.


W. Shakespeare – Henry VI





UN FIORE AL GIORNO


GIGLIO – INNOCENZA


Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l’infinito sul palmo della mano
e l’eternità in un’ora.


William Blake Gli auguri dell'innocenza



Immagine web




Segni zodiacali del mese: Acquario dal 21/1 al 19/2


Pesci
dal 20/2 al 20/3



domenica 29 gennaio 2023

DOMENICA 29 GENNAIO

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 29 gennaio 2023 della Quarta settimana di questo mese e di questo anno.

Il sole sorge alle 7:24 e tramonta alle 17:21

La luna tram.01:21 e sorge alle 11:31

Fase Lunare : Luna Nuova

La prossima luna piena ci sarà il 5 Febbraio



SCOPRIRE L'ITALIA


POPPI (AR)


Si può davvero dar ragione al Vasari che asserisce in un affresco a palazzo Vecchio a Firenze, che Poppi è Toscana, ed è Toscana del Casentino, una terra , piena di pievi romaniche, terrecotte robbiane, dove il medioevo pare si sia arenato e viva e vegeti come allora, insomma una Toscana diversa da quella abituale, gentile, rinascimentale, collinare del fiorentino o del senese, ma boschiva , ricca d'acque, dove l'Arno si sforza e vince l'apertura verso in mezzo all'Appennino, e dove predomina appunto il medievale e imponente castello del borgo di Poppi.

Poppi si può ben dire che sia proprio al centro del Casentino e si può anche asserire che il suo borgo ha ancora il carattere medievale, che spicca con le sue strade strette, con le sue case e quell'accenno di portici, e soprattutto con il dominio del Castello dei Conti Guidi eretto dalla famosa famiglia di architetti Di Cambio. E' un'opera del XIII secolo e ancora mantiene intatto il suo fascino con merlature e merli e con la torre che spicca gioiosa nel cielo, contornato dal fossato. E' visitabile e ospita nel suo interno un meraviglioso Museo e la biblioteca antica detta Rilliana che prende appunto il nome dai fondatori ovvero i Rilli-Orsini, con manoscritti e incunaboli oltre a migliaia di libri antichi. Passeggiando poi per il paese, magari gustandovi il caseggiato passando sotto i portici (ancora intatti e quasi una caratteristica non propriamente toscana) si giunge fino alla Badia di San Fedele ricca di opere come un Crocifisso di scuola giottesca e la meravigliosa tavola di Jacopo Ligozzi rappresentante la Madonna con Bambino per finire poi al monastero delle suore Agostiniane per ammirare delle pregevoli terrecotte robbiane. Vale la pena di concludere con una passeggiata lungo la cinta delle mura medievali per godersi dall'alto il bellissimo panorame della valle del Casentino, offrendo quel giusto incanto tipico e salubre della Toscana.

Immagine : Photo by Errebi (Roberto Busembai)



APPUNTI PER UNA LETTURA


AMANDA LEAR – LA MIA VITA CON DALI'


Potrebbe sembrare un appunto piuttosto leggero , ovvero un libro di carattere più da gossip o da paiettes, ma vi assicuro invece che è un libro dove oltre alla scoperta della vita di questa artista poliedrica, si ha l'opportunità di poter scoprire anche quella “personale” vita di un artista di cui conosciamo le opere d'arte e la sua immensa egocentrismo e eccentricità, del resto 15 anni di vita insieme, caratterizzata da una forte amicizia dovuta anche da un rapporto intenso di lavoro non sono pochi e perciò sono appunto una buona base di conoscenza vera e viva.

La Lear parte proprio dal primo incontro con il famoso artista nell'autunno del 1965 avvenuto in un ristorante di Rue Princesse, e dove lei per mantenersi agli studi posava come modella, ma la prima impressione di Amanda nei confronti dell'artista non sono poi molto positive, sarà il savoir faire di Dalì, il suo alone magico di conquista e i suoi magici baffi che saranno per lei una conquista e un sodalizio che durerà nel tempo con tutte le sfaccettature positive e negative, un periodo pieno di sorprese, di aneddoti, l'amicizia con la moglie Gala, e tanto altro. Un libro davvero interessante che ci lascia trascorrere e conoscere due artisti che nonostante tutto sono ancora emblematici.


Immagine web: Copertina del libro




IL VANGELO DELLA DOMENICA


Matteo 5, 1-12


Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Immagine web:



UNA CANZONE DE I “SANREMO”


Patty Pravo “ ….E dimmi che non vuoi morire” Sanremo 1997




RICETTA DOMENICALE DI NONNA LINA


Visto che abbiamo nominato la Toscana non posso che darvi una piccola, anzi due, ricette tipiche della mia Regione, sono semplici ma gustosissime ricette che abbinano bene un semplice antipasto e che potrebbero anche essere un gustoso spuntino. Legano benissimo in un ricco pranzo, come potrebbe essere quello domenicale, e sono di una preparazione semplice e veloce, che oggi giorno è il top per i provetti cuochi o non.


BRUSCHETTA


4 Fette di pane toscano ( nella Lucchesia è salato)

2 pomodori ben maturi

5 o 6 foglie di basilico preferibilmente fresco

1 spicchio d'aglio

olio extra vergine d'oliva ( preferibilmente delle colline toscane)


Si abbrustoliscano le fette di pane sulla griglia o anche usando il tostapane, nel frattempo in una scodella si mettono i pomodori maturi spezzettati (esempio a cubetti), si aggiungono le foglie di basilico spezzettate a mano ( la lama rovina il sapore e l'aroma del basilico), un filo d'olio, un pizzico di sale e a piacere o pepe o peperoncino tritato.

Quando le fette sono ben abbrustolite vi si strofina sopra lo spicchio d'aglio poi vi mettiamo il composto dei pomodori e per finire ad ogni fetta aggiungiamo ancora un filo d'olio e se vi sono rimaste delle foglie di basilico le poniamo sopra come abbellimento. Servire ancora calde.

Immagine web:


CROSTINO


1 Cipolla

250 gr di fegatini di pollo ( alcuni aggiungono anche quelli di coniglio, naturalmente a piacere)

1 bicchiere di Vin Santo oppure se preferite del Marsala

50 gr di acciughe sott'olio

50 gr di capperi salati

50 gr di burro

Pane toscano a fette ( come sopra nella Lucchesia si preferisce salato)

olio extra vergine, sale, pepe o peperoncino.


In una padella aggiungete un filo d'olio poi fate rosolare gentilmente la cipolla preventivamente tritata, quando si imbiondisce aggiungete i fegatini anche quelli precedentemente tritati e soffriggete il tutto per qualche minuto. Fate evaporare il tutto con il Vin Santo o Marsala. Salate e pepate ( o peperoncino tritato) e fate cuocere per almeno 5 minuti. Togliete la padella dal fuoco, fate intiepidire e poi aggiungete le acciughe, i capperi e il burro e versate il tutto dentro al mixer e tritate fino a raggiungere un sostanza cremosa.

Abbrustolite le fette di pane in forno e una volta fatto spalmatele con la crema di fegatini che avete ottenuto. Servite caldo.

Immagine web:




Nonna Lina



L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


Country Lace” - Nancy Hagin (1986)



Segni zodiacali del mese: Acquario dal 21/1 al 19/2



Pesci dal 20/2 al 20/3




venerdì 27 gennaio 2023

27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA

VENERDI 27 GENNAIO


GIORNATA DELLA MEMORIA



...Ti sei mai chiesto quanto sia grande il male

che un uomo può fare?

Guardati dentro, ti potresti spaventare!”

Roberto Busembai (errebi)


Phoyo by Amelia Barnes


Il 27 gennaio del 1945 è il giorno in cui vennero abbattuti i cancelli del complesso dei campi di concentramento di Auschwitz da parte dell'esercito russo. Pochi giorni prima, all'avanzarsi del fronte militare russo, i tedeschi iniziarono a smantellare il complesso, oltre 60000 prigionieri vennero fatti marciare e di questi circa 15000 sarebbero poi morti nell'estenuante tragitto e in parte eliminati da parte dei soldati perchè impossibile gestirli. Circa 9000 sono stati lasciati nel “lager” perchè impossibilitati di marciare date le loro gravi condizioni di salute, l'intento delle SS sarebbe stato di eliminarli ma il tempo gli fu nemico e i russi erano ormai alle porte.

Ma quello che invece gli SS riuscirono ( in parte) a eliminare furono quante più prove possibili che avrebbe loro confermato di quanti e gravi crimini si erano addossati in quegli ultimi anni di conflitto mondiale, fecero esplodere molte strutture compresi i forni crematori dove solitamente e assiduamente venivano fatti entrare per l'ultimo viaggio i prigionieri (soprattutto ebrei ma anche omosessuali, intellettuali, politici e rivoluzionari che non accettavano le regole naziste) e si sbarazzarono pure dei beni che avevano tolto a queste vittime innocenti del loro sterminio.

Quando i russi varcarono i cancelli spinati lo spettacolo che si trovarono di fronte fu certamente uno dei più strazianti che mai guerra potesse assistere, circa 9000 persone denutrite, malate, che di umano avevano soltanto due grandi occhi persi in un vuoto esistenziale, e tra di loro circa 600 morti che non avevano resistito.

Con il tempo questa giornata è venuta ad assumere nelle coscienze mondiali un significato simbolico e incisivo, ovvero quello della fine della persecuzione del popolo ebraico e in Italia dal 2000 una legge riconosce in questo giorno il “Giorno della Memoria” commemorando non solo la Shoah ma anche tutte le leggi razziali che erano riconosciute dal regime fascista e di tutti coloro che (ebrei e non ) che sono stati deportati ,uccisi o imprigionati e quelli che si sono ribellati dai nazisti.

Cinque anni dopo, nel 2005, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato ufficialmente il giorno 27 gennaio la Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell'Olocausto con lo scopo di monito e conoscenza, perchè fatti simili non debbano avere più motivo di esistere se non ritenerli assolutamente fatti criminosi e disumani, perciò atti ad essere fortemente e volutamente abbattuti, denunciati e condannati.


Disegno di Errebi (Roberto Busembai)


LA VALIGIA DELLA MEMORIA


“Viviamo nella loro entità

spolverandoci la cenere

che ancora ci piove addosso.” (errebi)



Oggi, in questa pagina, voglio commemorare la giornata della memoria riportando alcuni scritti, o poesie o frasi di semplici persone, scrittori, intellettuali e chi altro che hanno vissuto sulla propria pelle il crimine della discriminazione ebrea e dei campi di concentramento.,e inoltre citare anche alcuni dei film che si sono occupati di questo criminoso fatto storico. Ritengo che sia un modo anche questo per “ LA MEMORIA” di tanti, di tutti.


Poesia di un ragazzo - trovata in un ghetto nel 1941

Da domani sarà triste, da domani.

Ma oggi sarò contento,

a che serve essere tristi, a che serve.

Perché soffia un vento cattivo.

Perché dovrei dolermi, oggi, del domani.

Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.

Forse domani splenderà ancora il sole.

E non vi sarà ragione di tristezza.

Da domani sarà triste, da domani.

Ma oggi, oggi sarò contento,

e ad ogni amaro giorno dirò,

da domani, sarà triste,

Oggi no.


Anna Frank - Aprile

Prova anche tu,

una volta che ti senti solo

o infelice o triste,

a guardare fuori dalla soffitta

quando il tempo è così bello.

Non le case o i tetti, ma il cielo.

Finché potrai guardare

Il cielo senza timori,

sarai sicuro di essere puro dentro

e tornerai ad essere Felice.”


Primo Levi, 1947 - Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi”.


Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin

Filo spinato

Su un acceso rosso tramonto,

sotto gli ippocastani fioriti,

sul piazzale giallo di sabbia,

ieri i giorni sono tutti uguali,

belli come gli alberi fioriti.

è il mondo che sorride

e io vorrei volare. Ma dove?

Un filo spinato impedisce

che qui dentro sboccino fiori.

Non posso volare.

Non voglio morire.


Tratto dalla pubblicazione “Per non dimenticare” redatto dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e distribuito nelle scuole nel 2015

Le rose bianche

“Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti”

fu la crudele frase pronunciata per convincere i bambini a offrirsi.

Con questo inganno il dottor Josef Mengele, “l’angelo della

morte”, selezionò 20 bambini ebrei, tra i 5 e i 12 anni, 10 maschi

e 10 femmine per mandarli dal campo di sterminio di Auschwitz

a quello di Neuengamme. Lì un altro medico nazista,

Kurt Heissmeyer, aveva richiesto cavie umane per esperimenti

sulla tubercolosi. Iniziò così la tragica vicenda di queste piccole vittime,

provenienti da: Francia, Olanda, Jugoslavia, Italia e Polonia. Dopo

aver subito dolorosi e inutili esperimenti medici, i bambini vennero

impiccati nei sotterranei di una scuola di Amburgo il 20 aprile 1945.

Le rose bianche”


1. Birnbaum, Lelka, 12 anni, polacca

2. De Simone, Sergio, 7 anni, italiano

3. Goldinger, Surcis, 11 anni, polacca

4. Herszberg, Riwka, 7 anni, polacca

5. Hornemann, Alexander, 8 anni, olandese

6. Hornemann, Eduard, 12 anni, olandese

7. James, Marek, 6 anni, polacco

8. Junglieb, W., 12 anni, jugoslavo

9. Klygermann, Lea, 8 anni, polacca

10. Kohn, Georges-André, 12 anni, francese

11. Mania Altmann, 5 anni, nata nel ghetto di Radom

12. Mekler, Bluma, 11 anni, polacca

13. Morgenstern, Jacqueline, 12 anni francese

14. Reichenbaum, Eduard, 10 anni, polacco

15. Steinbaum, Marek, 10 anni, polacco

16. Wassermann, H., 8 anni, polacca

17. Witónska, Eleonora, 5 anni, polacca

18. Witónski, Roman, 7 anni, polacco

19. Zeller, Roman, 12 anni, polacco

20. Zylberberg, Ruchla, 9 anni, polacca



Frantisek Bass

(nato il 4-9-1930, deportato a Terezin e ad Auschwitz muore il 28-10-1944)

Il Piccolo Giardino

E' piccolo il giardino

profumato di rose,

è stretto il sentiero

dove corre il bambino:

un bambino grazioso

come il bocciolo che si apre:

quando il bocciolo si aprirà

il bambino non ci sarà.


Janusz Korczak,

medico, educatore, morto a Treblinka, con i bambini del ghetto

Dite: è faticoso frequentare i bambini.

Avete ragione.

Poi aggiungete:

perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, cur-

varsi, farsi piccoli.

Ora avete torto.

Non è questo che più stanca.

E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza

dei loro sentimenti.

Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.

Per non ferirli.


Dan Pagis - Scritto a matita in un vagone piombato

Qui, in questo convoglio,

io Eva

con mio figlio Abele

Se vedrete mio figlio maggiore

Caino, figlio di Adamo,

ditegli che io..


Dan Pagis fu uno scrittore ebreo che dopo aver trascorso i suoi anni giovanili in un campo di concentramento e essere riuscito a fuggirne, si trasferì ad Israele dove si dedicò all'insegnamento della Letteratura Ebraica Medievale e divenne poi una delle voci più emblematiche della poesia Israeliana contemporanea. Morì nel 1986


Otto Krauss - dal libro “ Il maestro di Auschwitz”

A volte, specie dopo che i bambini della baracca ceca ad Auschwitz avevano

mangiato la zuppa e non avevano la pazienza di imparare, Fabian si

arrampicava sul camino e dirigeva il canto comune. Non era un musicista,

come Dezo Kovac, che sapeva leggere le note e suonava il violino, ma era

interprete e clown. I bambini lasciavano i loro banchi e come uno stormo di

uccelli si sistemavano sul pavimento sporco. “Cosa cantiamo oggi?” Alouette

gridarono Adam e Bubenik.

La canzone fu sfrenata e chiassosa perchè Fabian dirigeva il coro con le mani, la

testa e tutto il corpo. Alcuni bambini gesticolavano a tempo insieme a lui mentre

altri, come Bubenik, tamburellavano il ritmo su un bidone. Erano a tal punto

immersi in quella melodia che dimenticavano il tempo, il posto e lo squallore della

loro esistenza. Cantavano e mentre cantavano trascendevano la loro miseria...

Talvolta si presentava per ascoltare il comandante del Campo, altre volte un

artigiano internato nel campo degli uomini, o addirittura una sentinella delle

SS che non comprendeva le parole ma applaudiva la linea melodica. In quei

momenti il Block dei bambini era come una barca nell’oceano impetuoso e il

canto corale aveva il sapore di casa.”



SCHINDLER'S LIST – Ispirato al romanzo di Thomas Feneally è uno dei più famosi film sulla Shoah, diretto da Steven Spielberg





LA VITA E' BELLA – Film tre premio oscar (colonna sonora, miglior attore e miglior film straniero) del 1999, diretto e interpretato da Roberto Benigni




IL PIANISTA – Tratto dal romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman, vincitore nel 2002 della palma d'oro al festival di Cannes del regista Roman Polanski





LA TREGUA – Un film di Francesco Rosi tratto dall'omonimo romanzo di Primo Levi





SHOAH, IL FILM – Un'opera davvero colossale se si pensa che ha una durata di circa 10 ore, un accurato documentario del regista francese Claude Lanzmann, interamente girato in Polonia e basato su interviste dirette ai sopravvissuti dell'Olocausto e a ex ufficiali dell'SS



LA SIGNORA DELLO ZOO DI VARSAVIA – Ispirato a una storia realmente accaduta e tratta dal libro in cui è contenuta, Gli ebrei dello zoo di Varsavia di Diane Ackerman, del 2017 e diretto da Niki Caro



IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE – Tratto dall'omonimo romanzo di John Bayne è un film del 2008 del regista Mark Herman e pellicola che spesso viene fatta conoscere nelle scuole proprio in questi giorni “della Memoria”.



JOJO RABBIT – Una commedia che non posso non citare, scritto e diretto da Taika Waititi, narra le vicende di un ragazzino di 10 anni che trascorre le sue giornate con il suo “amico immaginario” una caricatura davvero unica e geniale di Adolf Hitler, ma che a un certo punto quando le convinzioni apprese nella Gioventù hitleriana saranno messe in dubbio e si troverà pure a confronto con una ragazza ebrea che sua madre nasconde addirittura in casa inizieranno davvero i problemi esistenziali e del suo mito – amico che ne sarà?



ALMANACUS DOMENICALE - 5 NOVEMBRE

ALMANACUS DELLA DOMENICA Oggi è Domenica 5 Novembre quarantaquattresima settimana dell'anno e prima del mese Il sole sorge alle 06:46 e ...