domenica 14 maggio 2023

ALMANACUS DOMENICALE - FESTA DELLA MAMMA (14 MAGGIO )

ALMANACUS 14 MAGGIO

FESTA DELLA MAMMA

Immagine web:


LUPA CAPITOLINA


C’è una madre che forse si può considerare la più amata e considerata da secoli e secoli, anzi, secondo le leggende, addirittura la levatrice di due gemelli che crearono quella che viene definita la città del mondo.

La Lupa Capitolina è una statua di bronzo ma è soprattutto la vera icona che identifica la città stessa di Roma, voluta e amata, custodita e protetta da secoli perché una leggenda, una delle tante, ma forse più potente e acclamata, narra di due bambini Romolo e Remo, figli illegittimi del Dio Marte che fecondò la vestale Rea Silvia. Scacciato dal trono Numitore, che altri non era che il nonno dei due gemellini, dal fratello Amulio che ne ambiva il potere, quest’ultimo per la paura che i due nipoti un domani avessero potuto rivendicarne il trono, dette ordine che fossero gettati nel Tevere, ma il buon cuore di un’ancella fece si che fossero deposti dentro una cesta di vimini e lasciati trasportare dalla corrente.

Il destino volle però che dopo poco la cesta si incagliasse alle pendici di un colle e quivi trovarono riparo e sostentamento da una Lupa che aveva da poco sgravato ma dei suoi cuccioli non c’era stato niente da fare.

Allattati e tenuti al caldo presso un antro (riconosciuto poi come il famoso lupercale presso il colle Palatino), la Lupa seppe accudire amorevolmente i due bambini come se fossero suoi finchè un giorno un pastore, Faustolo, passando nelle vicinanze trovò la tana e i due piccolini. Desideroso di avere figli, ma la natura era stata avversa con sua moglie, li prese e li portò a casa sua, dove la consorte li accolse con tale amore e devozione più che fossero suoi figli.

La Lupa Capitolina è una statua bronzea che si trova presso i Musei Capitolini ed è di dimensioni quasi naturali.

La sua storia pare abbia origine addirittura dagli Etruschi in quanto si pensa che furono loro i primi a fonderla, alcune voci addirittura parlano di due statue bronzee di cui una sita nel Lupercale.

Di quest’ultima si narra che due edili, Quinto Fabio Pittore e Quinto Ogulnio Gallo vi aggiungessero la scultura dei due gemelli e posta nei pressi del Campidoglio, ma un fulmine la colpì. Fu deciso allora di spostarla e metterla a riparo dentro il Campidoglio.

Intorno ai primi del 300 pare fosse trasportata nel Lupercale ma già senza i due gemelli che forse rimasero distrutti nei vari spostamenti. Ebbe poi altra dimora nel Laterano, sulla facciata posta su un basamento di pietra e sostenuta da un accorgimento di grappe di ferro infisse nel muro. Nel 1471 entrò nella chiesa di San Teodoro sotto il Palatino, poi Papa Sisto IV la donò ai Conservatori. In seguito furono scolpiti di nuovo i due pargoli e stavolta da Antonio Pollaiolo.Riposta finalmente su un piedistallo al centro della sala dei Capitolini, quivi si può ammirare ancora .


Immagine web: Scultura Lupa Capitolina





LIBRI SULLA MAMMA


LE MANI DELLA MADRE – MASSIMO RECALCATI


Assunto psicologico sul significato di essere madre oggi e la cognizione di donna e madre in questa società contemporanea. Una ricerca basata su diversi ritratti di vita. Interessante e esplicito il sottotitolo “Desideri, fantasmi ed eredità del materno”.

Immagine web: Copertina del libro




UNA MADRE LO SA – CONCITA DI GREGORIO


Venti episodi inerenti e similari che trattano dei vari modi di essere madre o addirittura di non esserlo affatto, attraverso storie di vita vissuta.

Immagine web: Copertina del libro



LA FIGLIA OSCURA – ELENA FERRANTE


La protagonista, Leda, durante una vacanza in solitaria senza le figle che hanno deciso di raggiungere il padre, si ritroverà a riflettere su se stessa e sul suo ruolo materno sollecitata dalla conoscenza sulla spiaggia di una giovane madre e della sua bambina.

Immagine web: Copertina del libro 




LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO


Contatto diretto e angosciante con la propria coscienza, la coscienza di una giovane in stato di gravidanza che si pone un'enorme domanda “ Basta volere un figlio per costringerlo alla vita?”.


A chi non teme il dubbio,
a chi si chiede i perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire di morire
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla
Questo libro è dedicato
da una donna
a tutte le donne.

(Oriana Fallaci)

Immagine web: Copertina del libro




MADRE CORAGGIO E I SUOI FIGLI – OPERA TEATRALE DI BERTOLT BRECHT


Opera teatrale del grande Brecht messa in scena nel 1938, una vera e propria condanna alla guerra, quella prossima e quella di sempre futura, con le vicissitudini di una madre i cui figli, come tutti i figli del mondo, dovranno andare a quella guerra, in questa opera si parla della guerra dei Trent'anni del 1600, ma come tutte le guerre è uguale a tante altre perchè la guerra potrà anche dare da vivere ma dà soprattutto e esclusivamente la morte.

Immagine web: Copertina del libro




FILM SULLA MAMMA


MOTHERS AND DAUGHTERS di Paul Duddridge (2016)


Classico film a episodi che ha come base narrativa la diversa visuale sul concetto maternità e gravidanza.

Nel primo episodio un'intraprendente fotografa ha il suo momento magico potendo seguire da vicino il tour di una grande e famosa rockstar, ma qualcosa di assolutamente improvviso le toglie l'opportunità. E' in stato di gravidanza!

Nel secondo una stilista glamour di reggiseni viene contattata in segreto dalla figlia che aveva dato in adozione

Il terzo parla della difficoltà di una ragazza nel chiedere aiuto economico per far realizzare il sogno di aprire una pasticceria al suo ragazzo.

Il quarto una figlia si trova a dover soccombere al successo che invade sua madre.

Quinto e ultimo episodio una giovane alla morte di colei che credeva madre, scopre che in realtà altro non era che sua nonna, mentre quella che credeva sua sorella risulta in effetti sua madre.

Immagine web: Locandina del film



TUTTO SU MIA MADRE di Pedro Almodovar (1999)


Nella capitale spagnola un ragazzo rimane ucciso in un incidente mentre lui a piedi stava inseguendo una famosa attrice. La madre, Manuela, decide allora di rintracciare il padre del ragazzo che al momento è diventato un traveste “Lola”. Al contempo conoscerà un altro travesta che è amico conoscente proprio di quell'attrice che indirettamente è stata causa della morte del figlio.

Immagine web: Locandina del film



LA PRIMA COSA BELLA di Paolo Virzì (2010)


E' un exploit di ricordi da parte di un insegnante di lettere a Milano, ricordi che lo portano alla sua infanzia e al ricordo indelebile della sua bellissima madre, ricordi che sanno di poesia e purtroppo anche di cruda realtà, tutto svolto in quella città che gli manca tanto, Livorno.

Immagine web: Locandina del film



MAMMA ROMA di Pier Paolo Pasolini (1962)


Crudo e quasi violento rapporto tra madre e figlio, una madre prostituta “Mamma Roma” che ha deciso di rompere con la vita sposando il suo protettore mentre il figlio la disprezza per quello che era. Il sacrificio di una madre che fa tutto pur di dare un nobile futuro al figlio, mentre questo piuttosto che dar ragione alla madre preferisce una vita ai massimi dell'illegalità.


Immagine web: Locandina del film



LO SPECCHIO DELLA VITA (1934)


Tra conflitti di classe e odio razziale si intreccia la vita di una bambina che viene affidata alle sue cure a una governate di colore da parte di sua madre famosa attrice, che se ne libera essendo rimasta vedova. La governante al contempo ha anche lei una figlia che risente del fatto di essere nera e per ribellione scappa di casa.

Immagine web: Locandina del film



LION – LA STRADA VERSO CASA (2016)


In un distretto indiano, un bambino Saroo decide di seguire suo fratello che lavora come trasportatore di balle di fieno, ma inavvertitamente si addormenta e si risveglia solo e abbandonato. Sempre in cerca del fratello sale su un treno fermo, che però inavvertitamente parte e che lo porterà alla distanza di circa 1600 chilometri , trovandosi così a Calcutta. Solo, senza conoscere nessuno e nemmeno la lingua, dopo varie peripezie si troverà in un orfanotrofio dove poi verrà adottato da una famiglia australiana. Venticinque anni dopo vuole rimettersi alla ricerca della sua vera famiglia.

Immagine web: Locandina del film



POESIE SULLA MAMMA


Supplica a Mia Madre - Pier Paolo Pasolini


È difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.


Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.


Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.


Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.


E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.


Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.


Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.


Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.


Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…



Le Mani della Madre - Rainer Maria Rilke


Tu non sei più vicina a Dio

di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende

benedette le mani.

Nascono chiare in te dal manto,

luminoso contorno:

io sono la rugiada, il giorno,

ma tu, tu sei la pianta.


Vergine madre, figlia del tuo figlio - Dante Alighieri


Vergine madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’eterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti si’, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.


Nel ventre tuo si riaccese l’amore,

per lo cui caldo ne l’eterna pace

così è germinato questo fiore.


Qui se’ a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra mortali,

se’ di speranza fontana vivace.


Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre

sua disianza vuol volar senz’ali.



La parola più bella - Marino Moretti


Mamma. Nessuna parola è più bella.

La prima che si impara,

la prima che si capisce e che s’ama.

La prima di una lunga serie di parole

con cui s’è risposto alle infinite,

alle amorose, timorose domande

della maternità.

E anche se diventassimo vecchi,

come chiameremmo la mamma

più vecchia di noi?

Mamma.

Non c’è un altro nome.


Per la mamma - Gianni Rodari


Filastrocca delle parole:

si faccia avanti chi ne vuole.

Di parole ho la testa piena,

come dentro ‘la luna’ e ‘la balena’.

Ma le più belle che ho nel cuore,

le sento battere: ‘mamma’, ‘amore’.


Mamma – Roberto Busembai (errebi)


Una mattina, così improvvisamente,
trovasti la maniera di fare le valige,
tu che niente sapevi di viaggiare,
lasciasti indifferente un mazzo di rose
sul lungo davanzale,
di una finestra ancora aperta al sole,
così senza parole e senza un saluto
prendesti il primo treno che passava,
sapendo che non saresti più tornata.
Un giorno, così, come un niente
avevi attraversato nel presente
e ti eri tuffata nell'eterno passato,
distrattamente avevi dimenticato
sul marciapiede della vita,
valigia, sogni e fiori di speranze.
Solo un saluto di riguardo
ora mi sovviene,
ciao Mamma per tutto il tuo bene.


MUSICHE SULLA MAMMA


BENIAMINO GIGLI – MAMMA





LUIGI TENCO – VEDRAI VEDRAI





EDOARDO BENNATO – VIVA LA MAMMA






AFTERHOURS – RITORNO A CASA



FRANCESCO RENGA – TRACCE DI TE





ANIMAL MOTHER



TRE MADRI


Portava un nome particolare ma era una donna solare, aveva nei sogni e nei capelli il biondo del grano e nel cuore il rosso del papavero, che poi era il suo fiore preferito, aveva dentro di se il frutto di una nuova stagione e non era il primo ma chissà lo sentiva come unico e vero. Portava un nome che pareva venisse da lontano, come quel figlio che sentiva dentro scalciare, ma aveva deciso che lo avrebbe chiamato come quel nome che aveva sentito pronunciare un giorno sul limite di un campo pieno di papaveri da sfiorire e lo scrisse sul diario per non farlo dimenticare , quasi avesse nel sentore di non poterlo mai pronunciare. Era di maggio, i papaveri in fiore e quel suo fiore lo vide appena sbocciare. Portava un nome particolare, Aieda, ma impose prima di sfiorire che si chiamasse Roberto e nessun altro nome per quel suo ultimo figlio, e poi dimenticare.


Il nome era comune, portava la sua vita dedita alla famiglia fatta di figli, più di quattro e due mariti, uno giovane perso e mai dimenticato dal ferro e fuoco di una guerra da non dimenticare, l'altro forse solo per sostentamento, quattro figli per una ormai non più giovanissima contadina era difficile sognare. E oltre a fieno, grano e granturco, fagioli e animali da cortile c'era il bisogno ancora di lavorare e quale lavoro era per lei naturale, badare a un figlio anche se quel figlio non fosse stato suo.

Si chiamava Roberto e lo portarono ancora in fasce, pochi giorni e lo deposero come un fiore reciso sulle sue calde mani come fossero acqua fresca e salutare. E lo crebbe ed educò nei primi anni più di quelli che aveva custodito e guardato, i suoi figli, e lo tenne prezioso come un cuore che non riuscì mai a staccarsene nemmeno quando un giorno, dopo sei anni, così come era arrivato se lo vide “rapire” per ritornare a chi glielo aveva donato. Si chiamava Lina, ed era bella come il sole e del sole non ce ne possiamo mai dimenticare, anche se la lontananza fa dimenticare, la luce per Roberto era ancora vicina ed era quella che doveva coltivare.


Mai avrebbe pensato, ormai che l'età giovanile era sfiorita, dedita alla famiglia non tanto per dovere ma per pura dedizione, ormai che i quarant'anni erano assai cresciuti, mai avrebbe immaginato che un lontano cugino, non certo un principe ne un re di terre lontane, le facesse la proposta di maritare. Non fu determinante il suo invito, ma la dote che portava, un figlio da costudire, crescere, educare fu l'incanto che le fece accettare. Si chiamava Gina, un nome di un paese particolare, un nome di una donna che per quel non figlio diede il suo amore e ne fece il suo scudo particolare.

Roberto cresceva e tutto questo avrebbe nel tempo poi a conoscere e a dovere capire, ma tre madri forse sono troppe o forse sono niente, tre madri e nessuna la particolare o tutte e tre con il loro unico modo di amare.

Tre madri, tre pezzi di un puzzle che insieme possono formare quella parola che forse Roberto avrebbe sempre voluto davvero pronunciare......MAMMA.


Roberto Busembai (errebi)

Immagine web: Pompeo Batoni - Madonna con Bambino





MADRE NELL'ARTE







UNA MADRE



Quando ho cominciato a pensare a questa pagina dedicata alla Mamma, era mia intenzione parlare di quelle mamme che nella storia hanno fatto “storia”, madri famose, regine, scrittrici, scienziate, attiviste e che altro, ma la classifica si faceva sempre più lunga e minuziosa e era a quel punto fare delle scelte, scartare, e poi su che basi? Sulla mia particolare discrezione, ma non lo ritenevo giusto e al contempo mi rendevo conto che erano tante (fortunatamente) le madri di cui avrei dovuto parlare. Poi ho avuto la fortuna di imbattermi in un articolo che parlava di una madre speciale, di una vera “Madre Coraggio”, che non era “nessuno” e che non era ne ricca ne famosa, insomma una madre comune, una vera, semplice e grande MAMMA.

Così ho scelto di parlare di lei a emblema di tutte le “semplici” MAMME del mondo, di quelle che si prodigano con le loro potenzialità e forse oltre per la salvaguardia e l’amore dei propri figli, ovvero quella mamma che avete accanto, o avete comunque avuto, o che comunque quella che vi ha amato e sorretto e difeso come suo figlio, la vostra, la nostra, la mia mamma.

Mamma Lucia ha un figlio affetto da tetraparesi spastica distonica, una patologia che lo rende quasi del tutto invalidante, ma lei vuole che suo figlio, Fulvio, debba avere un futuro comune e uguale a tutti gli altri, quelli “normali”, e con enormi sacrifici dovuti soprattutto a fattori economici, a pesi fisici ma soprattutto psicologici, dopo battaglie, ostinazione e costanza, lotte per abbattere le barriere architettoniche ma soprattutto a quelle dovute dal pregiudizio e dalla diffidenza della società e di chi vi appartiene, riesce a donare a Fulvio tutto quello che avrebbe avuto da solo fosse stato “comune”. Non solo ma Fulvio era appunto particolare e tale davvero lo è diventato, un fisico nucleare di fama mondiale, e non era più solo un figlio “normale” ma era diventato, per lei e per merito di lei, SPECIALE.

Immagine web:





Segni zodiacali del mese: TORO dal 21/4 al 20/5


GEMELLI dal 21/5 al 21/6



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