27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA
VENERDI 27 GENNAIO
GIORNATA DELLA MEMORIA
“...Ti sei mai chiesto quanto sia grande il male
che un uomo può fare?
Guardati dentro, ti potresti spaventare!”
Roberto Busembai (errebi)
Phoyo by Amelia Barnes
Il 27 gennaio del 1945 è il giorno in cui vennero abbattuti i cancelli del complesso dei campi di concentramento di Auschwitz da parte dell'esercito russo. Pochi giorni prima, all'avanzarsi del fronte militare russo, i tedeschi iniziarono a smantellare il complesso, oltre 60000 prigionieri vennero fatti marciare e di questi circa 15000 sarebbero poi morti nell'estenuante tragitto e in parte eliminati da parte dei soldati perchè impossibile gestirli. Circa 9000 sono stati lasciati nel “lager” perchè impossibilitati di marciare date le loro gravi condizioni di salute, l'intento delle SS sarebbe stato di eliminarli ma il tempo gli fu nemico e i russi erano ormai alle porte.
Ma quello che invece gli SS riuscirono ( in parte) a eliminare furono quante più prove possibili che avrebbe loro confermato di quanti e gravi crimini si erano addossati in quegli ultimi anni di conflitto mondiale, fecero esplodere molte strutture compresi i forni crematori dove solitamente e assiduamente venivano fatti entrare per l'ultimo viaggio i prigionieri (soprattutto ebrei ma anche omosessuali, intellettuali, politici e rivoluzionari che non accettavano le regole naziste) e si sbarazzarono pure dei beni che avevano tolto a queste vittime innocenti del loro sterminio.
Quando i russi varcarono i cancelli spinati lo spettacolo che si trovarono di fronte fu certamente uno dei più strazianti che mai guerra potesse assistere, circa 9000 persone denutrite, malate, che di umano avevano soltanto due grandi occhi persi in un vuoto esistenziale, e tra di loro circa 600 morti che non avevano resistito.
Con il tempo questa giornata è venuta ad assumere nelle coscienze mondiali un significato simbolico e incisivo, ovvero quello della fine della persecuzione del popolo ebraico e in Italia dal 2000 una legge riconosce in questo giorno il “Giorno della Memoria” commemorando non solo la Shoah ma anche tutte le leggi razziali che erano riconosciute dal regime fascista e di tutti coloro che (ebrei e non ) che sono stati deportati ,uccisi o imprigionati e quelli che si sono ribellati dai nazisti.
Cinque anni dopo, nel 2005, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato ufficialmente il giorno 27 gennaio la Giornata Internazionale della Commemorazione in memoria delle vittime dell'Olocausto con lo scopo di monito e conoscenza, perchè fatti simili non debbano avere più motivo di esistere se non ritenerli assolutamente fatti criminosi e disumani, perciò atti ad essere fortemente e volutamente abbattuti, denunciati e condannati.
LA VALIGIA DELLA MEMORIA
“Viviamo nella loro entità
spolverandoci la cenere
che ancora ci piove addosso.” (errebi)
Oggi, in questa pagina, voglio commemorare la giornata della memoria riportando alcuni scritti, o poesie o frasi di semplici persone, scrittori, intellettuali e chi altro che hanno vissuto sulla propria pelle il crimine della discriminazione ebrea e dei campi di concentramento.,e inoltre citare anche alcuni dei film che si sono occupati di questo criminoso fatto storico. Ritengo che sia un modo anche questo per “ LA MEMORIA” di tanti, di tutti.
Poesia di un ragazzo - trovata in un ghetto nel 1941
Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi sarò contento,
a che serve essere tristi, a che serve.
Perché soffia un vento cattivo.
Perché dovrei dolermi, oggi, del domani.
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole.
E non vi sarà ragione di tristezza.
Da domani sarà triste, da domani.
Ma oggi, oggi sarò contento,
e ad ogni amaro giorno dirò,
da domani, sarà triste,
Oggi no.
Anna Frank - Aprile
“Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
Il cielo senza timori,
sarai sicuro di essere puro dentro
e tornerai ad essere Felice.”
Primo Levi, 1947 - Se questo è un uomo
“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi”.
Peter, bambino ebreo ucciso dai nazisti nel ghetto di Terezin
Filo spinato
Su un acceso rosso tramonto,
sotto gli ippocastani fioriti,
sul piazzale giallo di sabbia,
ieri i giorni sono tutti uguali,
belli come gli alberi fioriti.
è il mondo che sorride
e io vorrei volare. Ma dove?
Un filo spinato impedisce
che qui dentro sboccino fiori.
Non posso volare.
Non voglio morire.
Tratto dalla pubblicazione “Per non dimenticare” redatto dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e distribuito nelle scuole nel 2015
Le rose bianche
“Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti”
fu la crudele frase pronunciata per convincere i bambini a offrirsi.
Con questo inganno il dottor Josef Mengele, “l’angelo della
morte”, selezionò 20 bambini ebrei, tra i 5 e i 12 anni, 10 maschi
e 10 femmine per mandarli dal campo di sterminio di Auschwitz
a quello di Neuengamme. Lì un altro medico nazista,
Kurt Heissmeyer, aveva richiesto cavie umane per esperimenti
sulla tubercolosi. Iniziò così la tragica vicenda di queste piccole vittime,
provenienti da: Francia, Olanda, Jugoslavia, Italia e Polonia. Dopo
aver subito dolorosi e inutili esperimenti medici, i bambini vennero
impiccati nei sotterranei di una scuola di Amburgo il 20 aprile 1945.
“Le rose bianche”
1. Birnbaum, Lelka, 12 anni, polacca
2. De Simone, Sergio, 7 anni, italiano
3. Goldinger, Surcis, 11 anni, polacca
4. Herszberg, Riwka, 7 anni, polacca
5. Hornemann, Alexander, 8 anni, olandese
6. Hornemann, Eduard, 12 anni, olandese
7. James, Marek, 6 anni, polacco
8. Junglieb, W., 12 anni, jugoslavo
9. Klygermann, Lea, 8 anni, polacca
10. Kohn, Georges-André, 12 anni, francese
11. Mania Altmann, 5 anni, nata nel ghetto di Radom
12. Mekler, Bluma, 11 anni, polacca
13. Morgenstern, Jacqueline, 12 anni francese
14. Reichenbaum, Eduard, 10 anni, polacco
15. Steinbaum, Marek, 10 anni, polacco
16. Wassermann, H., 8 anni, polacca
17. Witónska, Eleonora, 5 anni, polacca
18. Witónski, Roman, 7 anni, polacco
19. Zeller, Roman, 12 anni, polacco
20. Zylberberg, Ruchla, 9 anni, polacca
Frantisek Bass
(nato il 4-9-1930, deportato a Terezin e ad Auschwitz muore il 28-10-1944)
Il Piccolo Giardino
E' piccolo il giardino
profumato di rose,
è stretto il sentiero
dove corre il bambino:
un bambino grazioso
come il bocciolo che si apre:
quando il bocciolo si aprirà
il bambino non ci sarà.
Janusz Korczak,
medico, educatore, morto a Treblinka, con i bambini del ghetto
Dite: è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, cur-
varsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza
dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Dan Pagis - Scritto a matita in un vagone piombato
Qui, in questo convoglio,
io Eva
con mio figlio Abele
Se vedrete mio figlio maggiore
Caino, figlio di Adamo,
ditegli che io..
Dan Pagis fu uno scrittore ebreo che dopo aver trascorso i suoi anni giovanili in un campo di concentramento e essere riuscito a fuggirne, si trasferì ad Israele dove si dedicò all'insegnamento della Letteratura Ebraica Medievale e divenne poi una delle voci più emblematiche della poesia Israeliana contemporanea. Morì nel 1986
Otto Krauss - dal libro “ Il maestro di Auschwitz”
“A volte, specie dopo che i bambini della baracca ceca ad Auschwitz avevano
mangiato la zuppa e non avevano la pazienza di imparare, Fabian si
arrampicava sul camino e dirigeva il canto comune. Non era un musicista,
come Dezo Kovac, che sapeva leggere le note e suonava il violino, ma era
interprete e clown. I bambini lasciavano i loro banchi e come uno stormo di
uccelli si sistemavano sul pavimento sporco. “Cosa cantiamo oggi?” Alouette
gridarono Adam e Bubenik.
La canzone fu sfrenata e chiassosa perchè Fabian dirigeva il coro con le mani, la
testa e tutto il corpo. Alcuni bambini gesticolavano a tempo insieme a lui mentre
altri, come Bubenik, tamburellavano il ritmo su un bidone. Erano a tal punto
immersi in quella melodia che dimenticavano il tempo, il posto e lo squallore della
loro esistenza. Cantavano e mentre cantavano trascendevano la loro miseria...
Talvolta si presentava per ascoltare il comandante del Campo, altre volte un
artigiano internato nel campo degli uomini, o addirittura una sentinella delle
SS che non comprendeva le parole ma applaudiva la linea melodica. In quei
momenti il Block dei bambini era come una barca nell’oceano impetuoso e il
canto corale aveva il sapore di casa.”
SCHINDLER'S LIST – Ispirato al romanzo di Thomas Feneally è uno dei più famosi film sulla Shoah, diretto da Steven Spielberg
LA VITA E' BELLA – Film tre premio oscar (colonna sonora, miglior attore e miglior film straniero) del 1999, diretto e interpretato da Roberto Benigni
IL PIANISTA – Tratto dal romanzo autobiografico di Wladyslaw Szpilman, vincitore nel 2002 della palma d'oro al festival di Cannes del regista Roman Polanski
LA TREGUA – Un film di Francesco Rosi tratto dall'omonimo romanzo di Primo Levi
SHOAH, IL FILM – Un'opera davvero colossale se si pensa che ha una durata di circa 10 ore, un accurato documentario del regista francese Claude Lanzmann, interamente girato in Polonia e basato su interviste dirette ai sopravvissuti dell'Olocausto e a ex ufficiali dell'SS
LA SIGNORA DELLO ZOO DI VARSAVIA – Ispirato a una storia realmente accaduta e tratta dal libro in cui è contenuta, Gli ebrei dello zoo di Varsavia di Diane Ackerman, del 2017 e diretto da Niki Caro
IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE – Tratto dall'omonimo romanzo di John Bayne è un film del 2008 del regista Mark Herman e pellicola che spesso viene fatta conoscere nelle scuole proprio in questi giorni “della Memoria”.
JOJO RABBIT – Una commedia che non posso non citare, scritto e diretto da Taika Waititi, narra le vicende di un ragazzino di 10 anni che trascorre le sue giornate con il suo “amico immaginario” una caricatura davvero unica e geniale di Adolf Hitler, ma che a un certo punto quando le convinzioni apprese nella Gioventù hitleriana saranno messe in dubbio e si troverà pure a confronto con una ragazza ebrea che sua madre nasconde addirittura in casa inizieranno davvero i problemi esistenziali e del suo mito – amico che ne sarà?
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