domenica 5 novembre 2023

ALMANACUS DOMENICALE - 5 NOVEMBRE

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 5 Novembre quarantaquattresima settimana dell'anno e prima del mese

Il sole sorge alle 06:46 e tramonta alle 17:00

La Luna sorge alle 23:30 e tramonta alle 13:48

Fase Lunare : Ultimo Quarto

La prossima luna piena ci sarà il 27 Novembre



SCOPRIRE L'ITALIA


COMACCHIO




Su tredici isole comunicanti e che offrono uno spettacolo tanto da dichiararsi una piccoVenezia, sorge Comacchio, un piccolo borgo marino che ha natali molto lontani.

Si dice sia sorta nell'Alto Medioevo ma tracce romaniche e etrusche fanno pensare che sia stata abitata già nell'antichità e si sviluppò grazie alle saline tanto da esserne appunto nel Medioevo una delle più ambite produttrici tra Ravenna e Ferrara al punto tale, però, che tale fortuna e ricchezza divenne la sua stessa rovina in quanto contesa tra i vari signori della regione come i Polenta gli Estensi e naturalmente Venezia. Comacchio per evitare disastrose guerre si sottomise spontaneamente a Venezia ma gli Estensi per rabbia e rancore la rasero al suolo, quando poi invece il borgo fu di nuovo dominio della corte degli Este, furono i Veneziani cedettero mano finale a questo borgo facendo si che sparisse completamente.

Fu intorno al 1600 essendo dominio dello Stato Pontificio che Comacchio fu ricostruita con profondi interventi urbanistici , con sistemazione dei canali e con impegnative opere idrauliche che ne favorirono la ricrescita delle saline.

Le case sono disposte secondo la struttura classica dei luoghi di pescatori, a pettine,e si sviluppano su due principali corsi , Mazzini e Garibaldi, ma sono caratterizzate dalla forte colorazione che dona un aspetto gioioso e particolare a tutto il borgo.Tra i monumenti più importanti si possono citare la Cattedrale dedicata a S. Cassiano che sorge su una più suggestiva basilica seicentesca, affiancata da una torre campanaria dove la parte superiore in cotto che è un rinnovamento dell'ottocento contrasta notevolmente con la base in pietra chiara; La Loggia dei Mercanti che venne edificata nei primi del 1600 arricchita da archi sostenuti da colonne bianche per granaio pubblico e la Torre dell'Orologio cha altro non è che una ricostruzione ottocentesca.

Il monumento più caratteristico e importante di Comacchio è il Trepponti, costruito anche questo intorno al 1600 e la sua particolarità sono le cinque rampe di scale che convergono tutte in un'unica piattaforma, di cui due passaggi sono protetti da due alte torri,un esempio unico per bellezza e tipologia.

Ma quando si nomina Comacchio non possimao non citare le più note e famose, almeno sulla tavola dei buongustai, anguille che già dalla fine del 1300 per merito della famiglia Guidi che inventarono il "lavoriero" quella particolare "trappola" d'intreccio di canne per pescarle.

Immagini puzzle tratte da web


PROVERBIO


L’inteligiànt vòl savàir,al sumarnaz vòl insgnèr.


Traduzione letterale: L’intelligente vuole istruirsi,lo stupido insegnare.




APPUNTI PER UNA LETTURA


Ogni domenica posterò sempre un brano che parla di un personaggio principale tratto dalle pagine del libro in questione….lascio a voi indovinare il titolo del libro e l'autore.....la soluzione la prossima domenica. (La soluzione della scorsa domenica era: Casa d'altri di Silvio D'Arzo)



Ora vivo sulle coste della Calabria e di notte osservo le luci dell'isola che ho di fronte e che non raggiungerò mai. Ho la barba incolta e vesto di stracci di un anatoreta. Nessuno penserebbe che lavoravo nel cinema e che una volta avevo scritto i primi tre capitoli di un capolavoro.

Quì mi ha portato una lunga lotta, ad avvistare almeno da lontano la terra promessa, a fermarmi sul limite di un guado che non sono stato capace di attraversare. Per me, che non mi sentivo in pari nemmeno sui pavimenti a livello e ho sempre giudicato la mia esistenza la più brutta delle mie sceneggiature, non poteva esserci altro luogo che questo presente solitario e immediato dove sfuggire l'ingombrante ombra di mio padre, e le intemperie degli uomini e quelle delle donne, e questa vita senza carità e senza gloria, illuminata a malapena da stelle fredde.


TITOLO E AUTORE ( da indovinare)


Immagine web: Parziale della copertina del libro





IL VANGELO DELLA DOMENICA


XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Colore Liturgico VERDE


Mt 23, 1 – 12



In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».                                              


Immagine web





FRASI DEL GIORNO



Non chiedere chi ha vinto.

Non ha vinto nessuno.

Non chiedere chi ha perso.

Non ha perso nessuno.

Non chiedere a cosa è servito.

Non è servito a nulla.

Fuorché ad eliminare bambini... che volevano solo giocare...


Oriana Fallaci



L'infanzia ha un modo tutto suo di vedere, di pensare, di sentire; ed è assurdo volervi sostituire il modo nostro.”


J.Jacques Rousseau – La nouvelle Heloise



La pazienza modera la sregolatezza di queste tre parti: lega la lingua col silenzio, compone il viso con la tranquillità, calma il cuore con la dolcezza.”


S. Claude de la Colombiére


La verità e la libertà hanno questo di buono, che tutto quel che si fa contro di esse o in loro favore, giova sempre alla loro causa.”


Victor Hugo Hernani preface


E' migliore e più sicura una pace certa che una vittoria sperata.”


Tito Livio – Storie


T'insegneranno a non splendere. E tu splendi invece.”


Pier Paolo Pasolini






IL MOTIVO DEL GIORNO


PATTY PRAVO – COME UN PIERROT



RICETTE DI NONNA LINA


Ogni ricetta, soprattutto se è di natura locale, rispecchia sempre la condizione sociale del momento di quel preciso periodo, condizione sia economica che culturale. La ricetta che oggi vi propongo è un'antica ricetta che risale sicuramente dai tempi dei tempi, tanto è semplice e anche famosa, ma la caratteristica di questa è proprio nel titolo, Baccalà alla povera. Oggi dire che si un alimento da “poveri” pare addirittura assurdo, il Baccalà è uno dei pesci che viene annoverato tra “costosi” e viene pure considerato un piatto alquanto prelibato e particolare. Beh i tempi sono davvero cambiati, ma quando questa ricetta era in voga, il baccalà non era affatto considerato tale, anzi era proprio il “pesce dei poveri” in quanto niente altro potevano permettersi per l'esoso prezzo. Il baccalà era un pesce considerato di “scarto”, quasi fosse insapore e non alquanto nobile da presentare (soltanto il suo caratteristico “odore” induceva a scansarlo dalle portate signorili). E per i poveri, le famiglie meno abbienti, era un cibarsi comune e infatti data la sua spessa utilità ha comportato a oggi una varietà di ricette dalle varianti infinitesimali.

Io vi propongo questa che è tipica dell'entroterra versiliese e che veniva soprattutto servita nei giorni di vigilia ( per religiosità il venerdì di ogni settimana, il mercoledì delle ceneri e soprattutto la settimana santa, quella della passione di Cristo) affiancato con ceci lessati e ben conditi.

Per farvi comprendere quanto detto sopra, posso dirvi che per esempio il baccalà veniva usato nell'alta Garfagnana con una ricetta davvero “poverissima” in quanto il pesce così com'era senza essere ammollato, veniva messo sulla brace salato , lo si bagnava con aceto e olio e se ne mangiava pochissimo ma con tantissima polenta.


BACCALA' ALLA POVERA

INGREDIENTI


800 gr. di Baccalà ammollato ( solitamente lo si acquista secco, sotto sale, poi sarebbe bene tenerlo a molle in acqua fredda per almeno un giorno e mezzo, anche due, cambiandone l'acqua spesso per far si che il sale si possa sciogliere molto bene)

I classici odori ( cipolla, carota, aglio, un poco di sedano e prezzemolo)


800 gr.di bietolina ( comunemente detta erbette)


1 confezione di pomodori spezzettati ( o comunque circa 300 gr. di pomodori pelati)


1 scoza di limone


olio d'oliva q.b.


Sale e pepe (io lo sapete preferisco il peperoncino spezzettato)


In una capiente teglia aggiungete un poco d'olio d'oliva e vi rosolate tutti gli odori che precedentemente avrete tritato, quando iniziano ad assumere quel leggero colore brunito o comunque la cipolla inizia ad appassire, aggiungete i pomodori e la bietolina che avrete precedentemente lavato ben bene e tagliata accuratamente.

Salate e aromatizzate con pepe o peperoncino e fate cuocere almeno un 15 minuti, il tempo giusto perchè la bietolina si ammorbidisca.

Nel frattempo sciacquate bene il baccalà che avevate messo a molle in acqua fredda, lo spellate, lo diliscate (se lo preferite già senza lische potrete comprare anche del filetto di baccalà) e poi lo tagliate a grossi pezzi quadrati, li infarinate e li aggiungete alla salsa di bietolina ancora sul fuoco.

Un'aggiunta di scoza di limone e fate cuocere per almeno altri 20 minuti .



Nonna Lina

Immagine web




L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


DAVID DEWEERDT E LE SUE FIGURE




E' un giovane artista belga, un espressionista moderno e incisivo, un Maestro della psicologia interiore espressa in pittura, insomma stiamo parlando di David Deweerdt e le sue figure sorprendenti, esseri umani che sprigionano esteriormente la loro labile psicologia interiore.
Deweerdt ha lavorato per vari anni come educatore di salute mentale e insieme ha pure continuato il suo lavoro di pittura che aveva studiato nei primi anni'90, ed è proprio nel dare aiuto ai disabili, a coloro che avevano disturbi di comportamento e autistici che ne ha ricavato ispirazione.
La sua è una tecnica mista ed è una complessa ricerca di colori che lui esegue prima di imprimere su tela, una ricerca che è basata anche su accurati disegni, modelli iniziali delle sue opere e a una curata attenzione dei dettagli e della precisione.
Sono figure umane, le sue, che parlano con l'unica lingua che queste persone portatrici del loro handicap mentale possano comunicare, i suoi sono soggetti umani rappresentati nelle più svariate posizioni e atteggiamenti, ma quello che colpisce è l'integrità e la vivacità del colore che pulsa all'interno di queste figure, un discontinuo e preciso movimento di pennello a esprimere l'urlo, l'aiuto, il bisogno di liberarsi di un male che non riesce ad uscire dal corpo, una disperata evocazione di parole e bisogni senza lettere e rumore, ma solo colore e forme circolari o macchie.
Lui stesso denuncia il suo lavoro espressamente figurativo, la sua intenzione non è quella di mostrare esplicitamente la realtà, ma utilizzare una parte dell'anatomia umana e lasciare trasparire i colori e i tormenti all'interno del corpo.
L'intento di questo notevole, e a mio parere, eccelso artista è di stimolare tramite i suoi dipinti, la società, perchè abbia più rispetto per queste persone soggette a labilità mentali e non, persone che soffrono giornalmente e per tutta la loro esistenza e non hanno altra espressione di comunicabilità che il loro sguardo e la loro forte gestualità, l'intento, dovutamente riuscito, di far conoscere questo “dolore” interiore con la materializzazione figurativa delle incisive pennellate e delle variazioni tonali di colore.


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Un'opera di David Deweerdt




  L'ANGOLO DEI 

e dei BAMBINI




OGGI IMPARIAMO A DISEGNARE......


UN PETTIROSSO


Oggi proviamo insieme a fare un semplice e divertente disegno, un PETTIROSSO, quel piccolissimo uccellino dal petto colorato di rosso che, come ogni anno, con l'approssimarsi della fredda stagione, ci viene a fare compagnia con il suo simpatico e riconoscibile canto.

Prendete un foglio di quaderno a quadroni (quadretti un poco grandi) e tracciate le linee seguendo i disegni e iniziando dal numero 1 (quello scritto in verde) e proseguendo fino al numero 8, aggiungendo sempre un qualche cosa di nuovo.

In finale potrete colorare il pettirosso come meglio credete e secondo la vostra grande fantasia...io l'ho colorato naturalmente marrone e con il tipico petto in rosso aranciato!


Immagine e disegni di Errebi (Roberto Busembai)







UN PERSONAGGIO FAMOSO DEI FUMETTI E/O CARTOONS


TIRAMOLLA (1952)


Era il 1952 e su un importante quotidiano di Milano apparve una notizia in cui si diceva che negli Stati Uniti d'America era stata scoperta una sostanza, il silicone, malleabile allungabile e in grado di assumere qualsiasi forma. Il giornalista sceneggiatore Roberto Renzi immagina e crea un personaggio interamente composto di silicone presentandolo con lo slogan “ Mi chiamo Tiramolla e son figlio della gomma e della colla”.

Nell'ambito dei fumetti Tiramolla è davvero una grossa novità, non è un animale antropomorfo come era caratteristica di Walt Disney e non era nemmeno un mostriciattolo o addirittura un extraterrestre, era un personaggio unico.

Comparve per la prima volta sul giornalino “Cucciolo” e ebbe subito un gradimento altissimo da parte dei lettori al punto tale già nel 1959 ha una sua pubblicazione autonoma.

Il grande successo è dovuto, oltre all'invenzione del disegno, anche e soprattutto alle sue storie avventurose contro i più stampalati nemici, affrontandoli con astuzia e con la sua caratteristica abilità di trasformazione e abilità fisica ( può trasformarsi per esempio in una palla o in un palo o allungarsi a dismisura).


Immagini puzzle da web





Segni zodiacali del mese: SCORPIONE dal 23/10 al 22/11


SAGITTARIO
dal 23/11 al 21/12



domenica 22 ottobre 2023

ALMANACUS DOMENICALE - 22 OTTOBRE

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 22 Ottobre quarantaduesima settimana dell'anno e quarta del mese

Il sole sorge alle 07:35 e tramonta alle 18:24

La Luna sorge alle 14:45 e tramonta alle 23:11

Fase Lunare : Primo quarto

La prossima luna piena ci sarà il 28 Ottobre



SCOPRIRE L'ITALIA


SAN MARTINO AL CIMINO (VT)



Oggi ci portiamo in un bellissimo e piccolo borgo sito nelle vicinanze di Viterbo, tra le prime colline nascosto tra secolari castagni godendoci anche di questo autunno che colora appunto questi alberi dai più caldi e vivaci colori in uno sfumare fantastico dal verde al giallo.

San Martino al Cimino dove svetta nella parte più alta la bellissima Abbazia Cistercense è un paese che fu allora il più famoso principato della “Papessa” ovvero Olimpia Pamphilj, cognata del Papa Innocenzo X, che volle trasformare questo borgo donatoli appunto dal Papa a somiglianza della più ambita Piazza Navona dove aveva residenza.

La sua notoria avidità infatti in questo borgo ha avuto la massima sua espansione, tale da trasformare il convento dei frati cistercensi in una grandissima e lussuosa residenza e intorno, da grande possidente, fece costruire le case dei coloni (da loro acquistate a riscatto) che lavoravano per le sue terre.

In effetti la storia riporta che in primis esisteva un cenobio benedettino ma che intorno al IX secolo fu donato all'Abbazia di Farfa per poi essere divenuto in possesso ai Cistercensi di Pontigny nel XII secolo. Dell'allora Abbazia purtroppo non è rimasto niente data la possente modifica che subì per opera di Donna Olimpia Maidalchini Pamphilj. Il rinnovamento che portò alla costruzione anche del Palazzo Baronale sito sulla sinistra della basilica fu affidato a Marc'Antonio de Rossi ma pare che le due splendide torri che fiancheggiano la facciata siano opera addirittura del Borromini.

Del Palazzo c'è una singolarità da sottolineare e che identifica ancora meglio il carattere della sua padrona, infatti nella sua allora stanza da letto, Olimpia, si fece costruire un soffitto a cassettoni che ha la particolarità di essere abbassato con un sistema di carrucole tale da poter ridurre così lo spazio della stanza e agevolare un efficace e economo riscaldamento, questo particolare accorgimento è uno dei due esempi presenti in tutta Europa.

Sul grande piazzale della chiesa domina la facciata di assoluto stile prettamente gotico da ricordarne i caratteri originali delle costruzioni cistercense, mentre l'interno a croce latina è determinato da tre navate, da notare la prima colonna vicino all'altare perchè si può definire l'unica traccia dell'antica Abbazia datata appunto intorno al XIII secolo recante lo stemma del committente Francesco Piccolomini.

E' dietro l'altare maggiore, nel coro, che risiede la tomba di Donna Olimpia che la peste rapì proprio in questo borgo nel 1657.

All'uscita della chiesa prima di percorrere la via delle casette a schiera, una piccola sosta al Museo dell'Abate è d'uopo se non altro per ammirare lo stendardo di Mattia Preti dove sono rappresentati da una parte la Carità di San Martino e nell'altra il Salvator Mundi.


Immagini puzzle tratte da web


PROVERBIO LAZIALE


Se stava mejo quanno se stava peggio.”


Traduzione letterale: Credo che non abbia bisogno di traduzioni.




APPUNTI PER UNA LETTURA


Ogni domenica posterò sempre un brano che parla di un personaggio principale tratto dalle pagine del libro in questione….lascio a voi indovinare il titolo del libro e l'autore.....la soluzione la prossima domenica. (La soluzione della scorsa domenica era: La ciociara di Alberto Moravia)


Sono qui, prete, se mi cerchi ancora, sotto l'argine, inginocchiata sulle pietre del greto in fondo al canale. Sono l'acqua fredda in cui immergo gli stracci. Sono l'abbaiare dei cani, la luce viola e livida di ottobre, il radicchio che mangio con il pane. Sono la casa solitaria dove abito, al di là del sentiero degli olmi. Sono il sasso nero su cui strofino i panni. La carriola con cui li vado a prendere, ogni giorno, a fondo valle, e ogni sera li riporto. Sono l'orma degli eserciti che sono passati di qua. Sono la capra che ho vinto a una lotteria. Il tabernacolo davanti al quale mi segno, la strada di monte colore della ruggine. Sono la forra e la torbiera, il fosso ghiacciato, la morta stagione. Sono un faggio vecchio senza più corteccia, uno sterpo secco, un uccello sbrancato.

Ma non entrerò più in una chiesa. Nè andrò mai da un medico. Volevo solo sapere da te, che sei un prete da sagre e che hai voluto scalfire la mia reticenza e conoscere l'indecisione che mi tormenta, se potevi darmi il permesso, alla fine di tanti stentati dialoghi, di finirla un poco prima, con questa fatica di vivere, senza fare peccato o dare dispetto a nessuno.


TITOLO E AUTORE ( da indovinare)


Immagine web: Parziale della copertina del libro





IL VANGELO DELLA DOMENICA


XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


Colore Liturgico VERDE


Mt 22, 15 – 21



In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».


Immagine web



FRASI DEL GIORNO



Chi non punisce il male, comanda che si faccia.”


Leonardo da Vinci – Frammenti letterari e filosofici



Ciascuno ha qualcosa nella sua natura, che, espresso pubblicamente, dovrebbe generare dispiaceri.”


J.W.Goethe – Maximen und Reflexiones



Il linguaggio è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda.”


Alessandro Manzoni – La rivoluzione Francese



La pace è star bene che non si può desiderarne uno più caro né possederne uno più utile.”


Sant'AgostinoDe civilate Dei


Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra.”


Margherita Hack






IL MOTIVO DEL GIORNO


LA DERNIERE CHANSON – MARCO MENGONI



On est deux étoiles qui brillent dans l’univers
On se regarde de loin, toujours un peu fiers
Je n’connais pas ton désert, le mien il est là dans mon cœur
À chaque fois que je te perds
À chaque fois que je te serre

Le temps passe et j’oublie qui je suis
À deux rues de chez toi
Je ne sais plus quand finit la nuit
Le ciel est tombé si bas
Faudrait que je t’écrive
Que j’aie enfin le courage
Mais j’ai peur de ce qui arrive
Et de tourner la page

Siamo un libro sul pavimento
in una casa vuota
Che sembra la nostra
Il caffè col limone
Contro l’hangover
Sembri una foto mossa

E ci siamo fottuti ancora una notte
Fuori un locale
E meno male

C’est la dernière chanson
Et juste après la lune explosera
J’viendrai te dire que tu as tort
Tu as tort, encore
Laisse la musique te parler de moi

E tu non dormi
E dove sarai
Dove vai
Quando la vita poi esagera
Tutte le corse, gli schiaffi, gli sbagli che fai
Quando qualcosa ti agita

Elle sera là quand tu t’endormi dormi dormi dormi dormiras
C’est la dernière chanson pour toi

On est deux étoiles qui brillent dans l’univers
À crier sur tous les toits qu’on a peur du noir
Plus personne ne fait ça aujourd’hui
On ne voit même plus ça dans les films
Sur ton lit y’a des fleurs pour moi
Et y’a mon gilet en metal

Siamo un libro sul pavimento
in una casa vuota
Che sembra la nostra
Persi tra le persone
Quante parole
Senza mai una risposta

E ci siamo fottuti ancora una notte
Fuori un locale
E meno male

C’est la dernière chanson
Et juste après la lune explosera
J’viendrai te dire que tu as tort
Tu as tort, encore
Laisse la musique te parler de moi
Quand nos colères s’enflamment
Comme un feu de paille
Elle te dira tout c’que j’te… dis pas
Elle te dira qu’il faut tenir et tenir encore
Laisse la musique te parler de moi

Tanto lo so che
tu non dormi
Spegni la luce anche se non ti va
Restiamo al buio avvolti solo dal suono della voce
Al di là della follia che balla in tutte le cose
Due vite e guarda che disordine

C’est la dernière chanson… pour toi
(Et juste après la lune explosera)
J’viendrai te dire que tu as tort
Tu as tort, encore
Laisse la musique te parler de moi

Elle sera là quand tu t’endormi dormi dormi dormi dormiras
C’est la dernière chanson pour toi
Pour toi


RICETTE DI NONNA LINA


Oggi voglio proporvi una ricetta facilissima e comunissima, ma al contempo bastano a volte poche preziose variazioni, come quelle che apporto in questa, per farne diventare una pietanza davvero saporita e soprendente. Variazioni che poi non sono altro che il toccasana della mia regione, e la Toscana in quanto a “pizzichi” d'aggiunte o varianti è una delle regioni più abituata e abilitata.

Ebbene voi procuratevi quei pochi ingredienti che vi elenco, aggiungete un poco della vostra fantasia e seguite la mia ricetta con tutto il cuore possibile, non ci sono regole nascoste o ingredienti non detti, la base per ogni ricetta, compresa questa, è l'amore che avete dentro per la cucina. Tutto poi viene da se, credetemi.



POLLO FRITTO ALLA TOSCANA

INGREDIENTI

L'ingrediente base naturalmente è il pollo, potete scegliere di friggere i coscetti e ne farete la quantità giusta a seconda quanti saranno i commensali, oppure prendere un pollo intero e farvelo spezzettare dal macellaio o farlo a casa da voi, io penso comunque che mezzo pollo spezzettato è la giusta dose per due persone.
Prezzemolo un bel mazzetto
2 o 3 uova che naturalmente variano a seconda sempre della quantità del pollo sopra.
Farina 00 da 75 gr in poi
Pepe (e come al solito io preferisco il peperoncino tritato)
Sale q.b.
Olio di semi di arachidi (o girasole) (da circa 6 dl)
Olio EVO
Un limone intero


Iniziate dal pollo, ovvero dalle parti spezzettate o dai coscetti a seconda del vostro piacimento e li adagiate in una terrina irrorandolo del succo di limone e un poco di olio Evo, poi tritate del prezzemolo e lo aggiungete, salate i impepate a piacere (o peperoncino). Mescolate bene il tutto e poi lo ricoprite e lo lasciate riposare per almeno due ore.

Passate le ore della marinatura, prendete le uova e le sbattete in una terrina a parte facendone una bellissima schiuma, in un altra terrina invece aggiungete la farina.

Prendete una grande e profonda padella e la posate sul fuoco con dentro

l'olio di arachidi o girasole, appena assume quel leggero colore brumato che segnala il giusto calore, prendete uno alla volta i pezzi del pollo, prima lo passate nella farina, poi lo scuotete dell'eccesseva farina che potrebbe esservi appresa, lo tuffate nell'uovo e ben inzuppato lo deponete nell'olio. Questa operazione va eseguita con tranquillità ma con decisionalità. Fate rosolare per ben 15 minuti avendo la pazienza di rigirare i pezzi del pollo ogni tanto perchè possano così prendere la stessa colorazione.

Servite caldo con spicchi di limone e alcuni ciuffi di prezzemolo fresco.

Nonna Lina

Photo: Errebi (Roberto Busembai)





UN POCO DI TUTTO (o quasi) SU....


FIORI E PIANTE


Difficilmente vi capiterà di attraversare una foresta Africana, ma se ne aveste la fortuna, o se non altro solo per la curiosità , sappiate che esiste un rampicante dai bellissimi fiori rossi disposti a spiga che al termine dell’estate si trasformano in altrettanti semi rosso vivo contraddistinti da una macchia nera; sono talmente belli e particolari che gli abitanti dei villaggi vicini li usano per farne collane e braccialetti ma soprattutto corone sacre. Il nome botanico di questa pianta è Abrus Precatorius che significa appunto “che prega”. Alcuni indigeni lo conoscono come fagiolo corallino o seme da corone ma il nome volgare di questa pianta è “pianta del terremoto” e divenne particolarmente famosa alcune decine di anni fa, almeno a livello Europeo, per aver suscitato la curiosità di molti studiosi.

Circolavano voci quasi certe che questa pianta potesse addirittura percepire e predire le prossime scosse di terremoto qualora ce ne fossero state, onde per cui alcuni studiosi vollero accertarsene di persona e si recarono in Africa per farne degli studi. La verità del tutto poi in effetti risultò essere un indigeno, un quasi santone, che asseriva di essere in grado di poter prevedere qualsiasi evento tellurico osservando appunto il muoversi delle foglie della pianta suddetta. Il santone vedeva e prevedeva ma per gli studiosi non c’era niente di particolare da verificare al punto tale che gli scienziati dell’Osservatorio astronomico inglese dell’Accademia di Scienze insieme ai botanici del Reale Giardino di Kew portarono l’albero in patria e lo collegarono a sofisticati e sensibilissimi sismografi per verificarne l’attendibilità. Ma i sismografi non presentarono assolutamente nessuna traccia importante anzi stavano totalmente fermi.

Il tutto perciò sfumò come paglia al fuoco ma la bellissima pianta continua meravigliosamente ancora a fiorire e a trasformare i bellissimi fiori in semi colorati.


Immagine web




L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


TOMMASO DI SER GIOVANNI DI MONE DI ANDREUCCIO CASSAI ovvero MASACCIO- MADONNA DEL SOLLETICO



Per dimostrarsi grandi artisti non occorrono grandi e enormi cose, e ce lo dimostra il Maestro Masaccio con questa piccolissima tavola dipinta dalle misure alquanto piccolissime, verrebbe da pensare ad un francobollo, circa 24 ,5 x 18,2 cm.. dove trasmette tutta la gentilezza, l'affetto e l'amore che una madre, la Madonna, ha verso il suo bambino, in questo caso Gesù. La tavola è conosciuta come la Madonna del solletico, dal gesto affettuoso con cui Maria cerca di divertire il piccolo Gesù il quale risponde afferrandogli il braccio e la mano, sorridendo. Gesti naturali, gesti comuni, gesti di reciproco scambio di amore e serenità, simbiosi comune tra una madre e un figlio.

Il bambino è interamente fasciato come era uso nel quattrocento e il rametto di corallo appeso alla catenella al collo è leggermente spostato naturalmente dal movimento del gioco. L'allora giovanissimo Masaccio riesce a tradurre in pittura il sentimento umano e trasmetterlo con semplicità e accuratezza, “perfezionando” così ,nella pittura ,Giotto, che già era stato il precursore del Rinascimento.

La tavola fu commissionata dal neo cardinale Antonio Casini, già vescovo di Siena, nel 1426 e a conferma di ciò è il retro della tavola stessa dove è dipinto lo stemma della famiglia a forma di scudo, sormontato dal cappello rosso cardinalizio , nello scudo ci sono sei stelle scure in campo giallo con una vistosa croce dorata al centro.

Un'effigie devozionale privata e facilmente trasportabile per la sua piccolezza.

La tavola venne scoperta nel 1947 tra le opere trafugate dai nazisti durante il conflitto della seconda guerra mondiale e dopo essere stata in Palazzo Vecchio fu trasferita agli Uffizi.

Nonostante il Masaccio si rifaccia alla pittura senese delle Madonne dai gesti spontanei, la resa pittorica è magistralmente resa dall'effetto chiaro-scuro tipico del Maestro, tale da rendere reale i volti stessi. Questa fu la sua grande rivoluzione pittorica.


Roberto Busembai (errebi)


Immagine web: Masaccio – Madonna del Solletico (Galleria degli Uffizi - Firenze)







L'ANGOLO DEI

e dei BAMBINI






OGGI IMPARIAMO A DISEGNARE......


UNA CASTAGNA


Oggi proviamo insieme a fare un semplice e divertente disegno, la castagna, il frutto di questa splendida e colorata stagione che è l'autunno. Naturalmente voi conoscete bene il gusto di questo frutto, che per tutto l'anno è nascosto in un particolare guscio spinoso, le caldarroste le avrete certo mangiate, o meglio ancora i “marron glace” ( che è un termine francesce ma che significa castagne zuccherate) o il prelibato “castagnaccio” che altro non è che una specie di frittatina ricavata dalla farina di questo frutto mischiata con acqua, se poi vi aggiungete un poco di ricotta diventa un dolce saporitissimo.

Prendete un foglio di quaderno a quadroni (quadretti un poco grandi) e tracciate le linee seguendo i disegni e iniziando dal numero 1 (quello scritto in verde) e proseguendo fino al numero 8, aggiungendo sempre un qualche cosa di nuovo.

In finale potrete colorare la castagna come meglio credete e secondo la vostra grande fantasia...io l'ho colorato naturalmente marrone!


Immagine e disegni di Errebi (Roberto Busembai)






UN PERSONAGGIO FAMOSO DEI FUMETTI E/O CARTOONS


IL NUOVO SUPERMAN (1970)


ANCHE I SUPEREROI POSSONO DIVENTARE UMANI


Sembra un titolo assurdo adesso, ma se consideriamo il fumetto di Superman nato nel lontano 1938, in un periodo di profonda crisi e creato appunto sul modello della teoria del super uomo di Nietzsche, ovvero in un periodo in cui si pretendeva che l'uomo fosse perfetto, e lo confrontiamo con il fumetto di adesso notiamo una grossa differenza sostanziale.

Infatti agli inizi del 1970 il direttore Carmine Infantino, dell'allora editoria DC Comics, dichiara in una intervista che il modello di rappresentazione dell'uomo d'acciaio dovrà cambiare, ora l'uomo ha bisogno di un qualcuno con cui potersi confrontare e pure il grande Superman, come i giovani, ha i suoi momenti di crisi d'identità.

E così nasce il “nuovo” Super eroe dove i suoi mondi in cui era solito ambientato saranno diversi anzi molto vicini al reale, le storie stesse si occuperanno di realtà umane quali la droga, la violenza, l'inquinamento e il razzismo. Tutti i Super eroi cambieranno in questo senso e tutti avranno la loro crisi d'esistenza ovvero si troveranno a dover scoprire un mondo, quello che dove hanno sempre operato, che non conoscono affatto. Il Super eroe diventa così più umano e più vicino ai problemi del tempo reale.

Nel dicembre del 1970 in una storia, Clark Kent (Superman) cambia lavoro e da giornalista diventa telecronista “........i giornali vanno di corsa, la prima pagina non può aspettare, i milioni di telespettatori vogliono vedere i fatti mentre avvengono, lei da oggi la trasformerò in un grande telecronista...( sono le parole del suo nuovo direttore, l'arrogante Morgan Edge).

Ed ecco allora la nuova copertina del nuovo Superman ( Gennaio 1971) , non più dipendenza dalla “Kryptonite”, infatti lo vediamo che spezza le catene alla sostanza e sarà poi una esplosione atomica che la trasformerà in ferro. Da adesso non è più totalmente invincibile. “.......Ho visto i pericoli che derivano dall'essere troppo potente. Posso fare anch'io errori. Non mi servono più poteri di quelli che mi sono rimasti.” (queste le parole che dice nel racconto il grande Uomo d' Acciaio.


Immagine web: Copertina del fumetto originale di Neal Adams




Segni zodiacali del mese: BILANCIA dal 23/9 al 22/10


SCORPIONE
dal 23/10 al 21/11



ALMANACUS DOMENICALE - 5 NOVEMBRE

ALMANACUS DELLA DOMENICA Oggi è Domenica 5 Novembre quarantaquattresima settimana dell'anno e prima del mese Il sole sorge alle 06:46 e ...