martedì 31 gennaio 2023

MARTEDI' 31 GENNAIO

Oggi è Martedì 31 gennaio 2023 della quinta settimana di questo mese e di questo anno.

Il sole sorge alle 7:23 e tramonta alle 17:23

La luna tram.03:33 e sorge alle 12:35

La prossima luna piena ci sarà il 5 Febbraio


IERI AVVENNE


SUFFRAGIO UNIVERSALE FEMMINILE


Il 31 gennaio del 1945 l'allora presidente del Consiglio dei Ministri, Ivanoe Bonomi emanò il decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne.

Era un enorme passo che le donne avevano conquistato dopo lotte intestine che partivano già dalla fine dell'ottocento quando alcune donne lombarde, intorno al 1861 ebbero il coraggio di presentare una petizione in cui si richiedeva al nuovo Regno d'Italia gli identici diritti che esse avevano con il dominio degli austriaci, infatti in molte regioni con l'avvento del Regno le persero il diritto di voto attivo che avevano sotto l'altro stato. Ma la cosa passò naturalmente sottobanco e già nel 1877 per opera di Anna Maria Mozzoni venne sottoscritta una nuova petizione con la richiesta del voto politico alle donne, ovvero di essere riconosciute come donne italiane cittadine, ma non vi fu nessuna risposta, ma la Mozzoni non si dava per vinta tanto da costituire pure una Lega promotrice degli interessi femminili. Nel 1906 firmò un'altra petizione con la collaborazione di Maria Montessori ma stavolta nonostante fosse presa in esame dalla Camera venne assolutamente bocciata. Poi la guerra, il fascismo ostacolarono maggiormente la battaglia dei diritti. Nel 1944 comunque in pieno svolgimento della guerra fu fondato con coraggio e tenacia l'Unione Donne in Italia con il preciso scopo da parte delle donne di lottare contro il fascismo e di portare avanti il diritto per l'emancipazione femminile e per ottenere il voto.

Il diritto di voto fu riconosciuto nel 1945 a tutte le donne che avevano raggiunto i 21 anni, eccetto le prostitute, ma non era concesso il diritto di essere votate . Per questo bisognò attendere il 10 marzo 1946.

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TRASLAZIONE DEL CORPO DI SAN MARCO


Il corpo di San Marco pare fosse conservato nel luogo stesso del suo martirio, ovvero a Bucoli nelle vicinanze di Alessandria e pare anche che nel luogo fosse stata eretta una piccola chiesa. La leggenda narra che nel 828 d.C. dieci navi veneziane furono trascinate senza la volontà dei capitani e dei rematori, nel porto di Alessandria d'Egitto , andando così contro la legge dell'allora imperatore bizantino Leone V l'Armeno che proibiva qualsiasi commercio con gli arabi. Su quella nave vi erano oltre ai tanti commercianti, anche i tribuni Buono da Malamocco e Rustico da Torcello. Due personaggi davvero particolari che oltre ad essere mercanti erano anche molto devoti e pare che avessero scelto come meta delle loro preghiere proprio la chiesetta dove era sepolto il Santo. Da cosa nasce cosa e fecero amicizia con i custodi della chiesa fino ad arrivare poi a una richiesta ben precisa, in quanto si allargavano le leggi di abbattimento dei luoghi sacri cristiani, perchè ciò non accadesse al Santo Marco, si prodigarono di prendere i suoi resti e di recarli lontani, verso la loro città di Venezia. Un custode nonostante la prima titubanza, ma poi colpito dalla devozione e anche per la sorte del suo collega che già era stato incarcerato, accettò.

Si verificarono notevoli miracoli nel lungo rientro a Venezia, dice ancora la leggenda, come furiose tempeste e eventuali salvataggi, o come appena arrivati già il popolo fosse stato avvisato e stava aspettandoli o come quando il corpo che viene portato a spalla dai portantini verso la prima dimora che era il Palazzo Ducale, improvvisamente il peso del corpo svanisce e i portantini non accusano alcuna fatica.

Sarà poi nel tempo che verrà edificata la Basilica odierna in cui sono deposte le relative spoglie, ma già da subito San Marco e il Leone saranno i simboli venerati e sbandierati di una Venezia ancora da sorgere.


Immagine web: Mosaico “Traslazione San Marco” del secolo XIII sul portale sinistro San Alipio sulla facciata della Basilica omonima.Venezia




ALESSANDRO VOLTA SCOPRE IL METANO


Quando il destino e l'intelligenza si incontrano non c'è niente che possa frenarli e nasce così o un'opera d'arte, o un'invenzione o addirittura come in questo caso, una scoperta.

Lo scienziato Alessandro Volta era ospite nel 1776 ad Angera sul Lago Maggiore, presso il cancelliere censuario Carlo Ludovico Giorgio Castigloioni. In una delle sue tante uscite (e precisamente il 31 gennaio) in barca su lago, , ben raccontate nei suoi diari, raggiunse una zona paludosa presso i canneti e inavertitamente, quasi con fare non condizionato, mosse con un bastone il fondale e improvvisamente rialirono delle bolle d'aria in superfice. Non poteva rimanere indifferente uno scienziato come lui che incuriosito prese delle boccette di vetro e vi trasferì dentro quel “gas” delle bolle. Una volta studiatene le proprietà si arrivò infatti alla deduzione scientifica di “gas metano”.

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DA MENZIONARE


NASCITA DI SHUBERT


Nasce a Vienna nel 1797, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Entrò nella cappella della corte di Vienna grazie alle sue doti innate musicali dove imparò armonia e composizione. Dovendo aiutare il padre iniziò la professione di maestro di scuola ma senza naturalmente dimenticare la musica scrivendo addirittura otto opere, quattro messe e tantissime canzoni quali “Il re degli Elfi”. Con l'aiuto degli amici potè dedicarsi completamente alla musica e comunque anche riuscendo a autofinanziarsi con le entrate delle sue composizioni. Per citarne alcune: “La bella mugnaia”, “Il canto del Cigno” “L'incompiuta” l'ouverture della “Rosmunda”, l'”Ottetto” e tante altre ancora . Morirà sempre a Vienna nel 1828.

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MUORE SILVIO PELLICO


Muore a Torino il patriota e scrittore italiano Silvio Pellico. Amico del Foscolo e con un gruppo di amici letterati fondò e pubblicò a Milano il periodico “il conciliatore”. Presso la casa del conte Porro, di cui era precettore dei figli, conobbe Piero Maroncelli che lo affiliò alla carboneria.

Ma nel 1820 fu arrestato e processato a Venezia dalla magistratura austriaca e trasferito nei “Piombi” , le famose e tremende prigioni venete, poi il processo lo condannò a morte , ma la pena fu commutata in quindici anni di prigionia dura e fu condotto così nella fortezza dello Spielberg dove fortunatamente per grazia sovrana fu liberato dopo otto anni.

Ritornato in Piemonte riprese la sua attività letteraria e fu in quel periodo che compose la famossissima autobiografia “La mie prigioni”, e nel 1854, il 31 gennaio, all'età di 65 anni, muore.

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IL SANTO DEL GIORNO


SAN GIOVANNI BOSCO


Nacque a Bicchi nel 1815, una frazione di Castelnuovo d'Asti e pare che a nove anni avesse una visione che gli indicava il modo in cui avrebbe dovuto avvicinare i giovani alla fede, quelli che erano lontani da Dio perciò bestie feroci e farli divenire invece docili come agnelli.

Iniziò così il suo “compito” avvicinando i giovani la domenica pomeriggio, dopo i vespri , con la scusa di un gioco che aveva imparato alle varie ferie, e quando questi si erano divertiti ripeteva loro le parole del vangelo della messa odierna.

Terminato il ginnasio intorno al 1835 potè accedere alla vestizione di chierico e già aveva fondato la “Società dell'Allegria” con la proposizione di allontanare tutto ciò che non era degno di un cristiano , e adempirsi completamente ai doveri e anche all'allegria. Fece ogni tipo di lavoro per potersi mantenere gli studi e nel 1841 arrivò finalmente la consacrazione a sacerdote. Iniziò così per lui il “dovere” della visione di tantissimi anni prima, e pur non avendo un luogo fisso, i “suoi” ragazzi lo seguivano ovunque anche con la prospettiva di avere un pasto fisso e dell'allegria che non mancava davvero mai. Dopo circa cinque anni sorse a Valdocco l'oratorio intestato a San Francesco di Sales, da cui prendono il nome tutte le opere di Don Bosco “salesiane”, dove abitualmente e devotamente accoglieva i giovani. Nel 1858 andò a Roma dove chiese a Papa Pio IX l'approvazione per il suo progetto di fondare una congregazione dedita all'educazione dei giovani. Fu davvero un'apoteosi e con la sua determinazione, bontà e allegria, restando sempre fuori da intrallazzi politici, Don Bosco riuscì a catalizzare una serie di iniziative e fondazioni dedite alla gioventù, le opere “salesiane” crebbero a dismisura e furono aperte scuole professionali onde togliere quei giovani dalla strada, dall'ozio forzato e dal vizio. Il suo motto era: “ Tutto per amore, niente per forza”.

Don Bosco fu prete con la stessa nitidezza sia con i poveri che con i potenti.


Immagine web: San Giovanni Bosco




UN SANREMO AL GIORNO (1951)


Da un'idea del Sanremese Amilcare Rambaldi ma con il benestare del presidente dell'ATA (l'azienda concessionaria del Casinò di Sanremo) e poi con il direttore della radio Giulio Razzi con lo scopo non solo di aumentare le audience radiofoniche ma anche di dare vita a un evento che possa attirare persone nel Salone delle feste del Casinò in un periodo (appunto invernale) poco frequentato, nasce il Festival della Canzone Italiana.

Viene diramato alle case editrici musicali l'invito a partecipare al Festival inviando una composizione prettamente di autore italiano, inedita e in forma di canzone. Ne arriveranno ben 240 tra cui verranno scelte solo 20.

A dividersele e cantarle saranno tre interpreti noti o poco noti , Achille Togliani, il Duo Fasano e Nilla Pizzi. Non ha importanza il cantante ma le parole e la musica, si vota per la “canzone”. Saranno ben due orchestre ad accompagnare tutti i motivi e entrambe dirette dal maestro Cinico Angelini, ovvero l'Orchestra della Canzone e l'orchestra “ Angelini e Otto Elementi”. E' il pubblico presente in sala a votare, un pubblico distratto perchè siede e consuma ai tavoli, in sala c'è il classico movimento di un ristorante, con l'andirivieni di camerieri, rumori di vassoi, stappatura di bottiglie, vocii e tanto altro, al punto che ne verrà fuori la caratteristica segnalazione dell'allora simpaticissimo conduttore Nunzio Filogamo, ovvero la classica definizione iniziale “ Amici vicini e lontani....buona sera!”. Dobbiamo sapere che la rappresentazione avviene in diretta soltanto via radio e quel “lontani” potrebbe essere percepito per gli ascoltatori, ma è invece una sottolineatura del conduttore rivolta a coloro che in fondo alla sala creano noncuranti caos e rumore, quei “lontani” dallo spettacolo.

La gara viene sviluppata nei tre giorni di Lunedì, Martedì e Mercoledì e l'intento di attirare persone non è molto riuscito, anche se i prezzi dei biglietti sono davvero alettanti “solo” 500 lire in confronto ad oggi sarebbe 1 Euro.

Ma la sera della finale, ovvero il 31 gennaio, il Salone delle Feste del Casinò di Sanremo creerà una stella, da quella sera in poi sarà dichiarata e riconosciuta come la Regina della Canzone Italiana, Nilla Pizzi che con l'interpretazione della canzone “Grazie dei fiori” indossando un abito bianco di pizzo, lungo e arricciato in vita e con un tralcio di rose appuntato sul vestito, spopola il Salone ma pure le radio poi non avranno altre canzoni che quella da passare ripetutamente per non parlare delle improvvise vendite dei dischi.

In Italia è il dopoguerra, il Paese è povero, i consumi sono a terra mentre il numero degli analfabeti è alle stelle.

Il primo ministro è Alcide De Gasperi della DC

In quell'anno nasce la dichiarazione dei redditi con la conseguente imposta “Vanoni” dal nome del ministro delle finanze.

Lo sport che attira e coinvolge gli italiani è il Ciclismo con i campioni Bartali e Coppi dividendoli in un acerrima sfida, quasi a proiettare quella divisione sociale che pare stia imprimendo il Paese, ovvero la tradizione contadina e rurale con la modernità urbana e intellettuale.

Le canzoni del Primo Festival di Sanremo (1951)





PENSIERI, MASSIME E AFORISMI


La preghiera è come l'arma che dobbiamo sempre aver pronta

per difenderci nel momento del pericolo”.


San Giovanni Bosco



La forza più forte di tutte, è un cuore innocente”.


Victor Hugo – Les feuilles d'automne



Un cuore immacolato non è facilmente atterrito”.


W. Shakespeare – Henry VI





UN FIORE AL GIORNO


GIGLIO – INNOCENZA


Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l’infinito sul palmo della mano
e l’eternità in un’ora.


William Blake Gli auguri dell'innocenza



Immagine web




Segni zodiacali del mese: Acquario dal 21/1 al 19/2


Pesci
dal 20/2 al 20/3



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