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ALMANACUS DOMENICALE - 2 GIUGNO

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 2 Giugno ventitreesima settimana dell'anno e prima del mese

Il sole sorge alle 05:38 e tramonta alle 20:55

La Luna sorge alle 03:03 e tramonta alle 16:20

Fase Lunare : Calante (24%)

La prossima luna piena ci sarà il 22 Giugno


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BOBBIO



E’ un piccolissimo borgo medievale situato nella Val Trebbia in provincia di Piacenza e riconoscibilissimo dalla sinuosa linea del Ponte Gobbo e dai campanili del Duomo e della Basilica di San Colombano che svettano alti sopra le case.

Si può con sicurezza dire che Bobbio deve la sua storia iniziale al monaco irlandese Colombano, che qui vi costruì un’abbazia che ne permise di diventarne un vero e importante nucleo monastico del medioevo tutto.

L’abbazia fu costruita dove ora vi è il Castello Malaspina-Dal Verme che dalla collina domina tutto il borgo, ma poi fu spostata dove si trova adesso, dall’Abate Agilulfo, e rintracciabile nella torre campanaria , il pavimento a mosaico, la cripta e alcuni frammenti dell’abside circolare, stiamo parlando della bellissima Basilica di San Colombano dove all’interno sono depositate le spoglie del Santo in una cripta di Giovanni de Patriarchi, e dove si possono ammirare anche dei bellissimi affreschi quattrocenteschi che chiudono i sepolcri di abati successori al Santo.

La pavimentazione voluta da Agilulfo, è un bellissimo mosaico dove si possono ancora leggere il susseguirsi dei mesi e le varie attività agricole.

Piazza Duomo è coronata da portici dove sopra sono rintracciabili le antichissime costruzioni del primo borgo,il palazzo Vescovile e dove si affaccia il grandioso Duomo del quattrocento, con due campanili e dove all’interno, nella cappella di San Giovanni, dopo alcuni restauri di pochi anni or sono , si può ammirare la bellissima Annunciazione della metà del quattrocento, che ne è venuta alla luce.

Uscendo dal borgo si arriva al simbolo vero e proprio di questo paese, ovvero al ponte Gobbo o del Diavolo. Il ponte che ha un profilo alquanto ondulato e contorto è di età romanica più alcuni successivi rifacimenti dei tempi posteriori, è lungo circa 280 metri e ha undici arcate molto disuguali tra loro.

Ma Bobbio, questo piccolo borgo affascinante per la sua ancora mantenuta quasi intatta l’atmosfera medievale, è anche molto fascinoso per le sue tante leggende misteriose.

Già partendo dal ponte Gobbo di cui si narra che fosse stato costruito dal Diavolo in una sola notte perché San Colombano gli aveva promesso in cambio l’anima di chi lo avesse attraversato per primo. A cosa fatta, il Demonio richiese la parcella promessa e il Santo fece attraversare la costruzione da un debolissimo e ormai morente piccolo cane. Il Diavolo per la beffa subita prese a calci il ponte e ecco il perché della sua forma a “gobba”.

Ma un altro mistero ancor più affascinante e risalente ai giorni nostri, fa si che la storica d’arte Carla Glori riconosca nella famosa Gioconda “MonnaLisa” di Leonardo, la figura di Maria Bianca Sforza che naturalmente abitava nel castello Malaspina e non solo, ma che il paesaggio che è immortalato alle spalle della figura femminile, sia proprio il panorama di Bobbio riconoscibile per il suo caratteristico ponte.

Per finire un altro personaggio famoso e legato a leggende alquanto esoteriche è Gerberto di Aurillac che fu nominato abate proprio nel monastero di San Colombano e che divenne poi il più famoso Papa Silvestro II noto come Papa Mago per la leggenda che fosse in possesso di un particolare libro magico tanto da attribuire a lui la non venuta della fine del mondo allo scadere dell’anno 999 in quanto egli poco prima della mezzanotte spostò in avanti il calendario cancellando così l’anno 1000.

Non posso concludere che con una delizia culinaria, i “maccheroni alla bobbiese” che sono una pasta fresca fatta a mano con l’ausilio di un ferro da maglia e condita con un sugo di stracotto. Per i sapori particolari…..ottime le lumache!


Puzzle da immagini web


LUOGHI LETTERARI IMMAGINARI


Una nuova “rubrica” direi stimolante e affascinante, ovvero io ogni settimana vi presenterò un luogo immaginario ovvero inventato da vari scrittori per sviluppare le loro avventure. I generi letterari saranno diversi, come romanzi, storici, favolistici, gialli ecc…..non nominerò mai l’interprete principale o qualcuno o qualcosa che possa far subito intendere di quale libro stiamo parlando, starà a voi scoprirlo nei meandri delle vostra memoria o riconoscerlo perché magari conoscete il libro in questione. La settimana successiva vi svelerò l’autore e il libro inserendone così un altro e via di seguito per le altre settimane…….


ISOLA DELLE API INDUSTRIOSE


E’ un’isola del Mar Tirreno abitata da persone assolutamente impegnate e affaccendate, che ricordano per la loro operosità, un alveare di api. Il personaggio in questione (chiamiamolo X) vi approda dopo aver nuotato in mezzo al mare per tutta una notte perché è spinto dal forte desiderio di ritrovare una persona a lui molto cara, che sa che si è allontanata con una barca dicendo a tutti che andava nel Nuovo Mondo. Una volta approdato sulla spiaggia dell’isola, X s’incammina verso il paese delle Api industriose dove scoprirà un’eccessività di persone tutte impegnate in qualche cosa, che corrono di qua e di la tanto da non trovare un “ozioso o un vagabondo nemmeno a cercarlo col lumicino”.

In questa isola X incontrerà una persona speciale che lo aiuterà nonostante lui sia piuttosto discolo e si lasci invece trasportare da un altro soggetto molto poco raccomandabile.



Immagine AI by Errebi


IL VANGELO DELLA DOMENICA


SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Colore Liturgico: BIANCO


VANGELO

Mc 14,12-16.22-26


Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Immagine web : Raffaello Sanzio – Disputa del Santo Sacramento (Stanza della Segnatura, una delle quattro Stanze Vaticane nei Musei Vaticani,Città del Vaticano )


FENOMENI DELLA NATURA


ARCOBALENO (Rainbow)


Voglio iniziare con questo Almanacus una nuova “rubrica”, ovvero quella dedicata ai fenomeni della natura, fenomeni che ci sorprendono e ci incantano per la loro “esagerata” bellezza, ma anche fenomeni che proprio per la loro sorprendente enormità e particolarità ci possono anche spaventare.

E inizio proprio con un fenomeno che ha la sua spettacolarità e che sempre incanta e allieta i cuori e gli animi al suo manifestarsi, un fenomeno che incanta bambini e adulti indistintamente e sul quale nei secoli, vari sono stati i poeti, gli scrittori, i pittori, i musicisti, i cantanti e insomma tutti gli artisti, da cui hanno preso grande ispirazione.

E’ l’Arcobaleno.

E’ senza dubbio una delle apparizioni più belle che la natura ci possa donare, e lo fa in piena luce, ovvero quando il sole splende in una parte del cielo mentre contemporaneamente nella parte opposta si sta verificando un copioso acquazzone. Basta porsi alle spalle del sole e ammirare sulle nuvole dove sta piovendo, un illuminarsi di colori allineati in perfetta armonia costruendo un magnifico arco. Se poi la pioggia è davvero copiosa allora si potrebbe verificare l’apparizione di un altro arco al di sopra del primo ma con intensità di colore più tenue. Da notare però che pur mantenendo gli stessi colori, ovvero il rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, la disposizione nei due archi è diversa, infatti nell’arco interno il bordo inferiore è viola e quello superiore è rosso, nell’altro è assolutamente invertito, in basso il rosso e nel superiore il viola. Ciò è dovuto alla scomposizione dei colori sulle gocce d’acqua, in quanto la luce del sole è composta da soli tre colori, ovvero rosso, giallo e blu e infrangendosi sulle gocce questi colori vengono “piegati” , è proprio in questo istante che alcuni colori subiscono più o meno l’intensità della piegatura, ovvero il blu è per natura deviato più del giallo, il quale a sua volta più del rosso. E’ in questo mescolarsi e infrangersi che assumono il valore tonale di altre colorazioni.

Naturalmente il tutto può avere diversi risultati e ciò sarà dovuto alla grandezza delle nuvole e alla quantità della pioggia, meno grande e meno pioggia può verificare una parte soltanto dell’arco o addirittura vederne pochi colori, alcuni più o meno sfumati ecc.

Tutto questo alla nostra insaputa e non visibile, ma l’effetto che ne avremo davanti agli occhi è assolutamente sorprendente!

Poi va considerato che arcobaleni ne possiamo vedere in altre situazioni, basta che ci siano le due principali cose, ovvero la luce e l’acqua, ed ecco che si verificano in uno spruzzo di fontana, in una cascata d’acqua, e tante altre occasioni, magari in misura minore ma sempre con un suo particolare fascino.

Si possono verificare comunque anche arcobaleni lunari ma questi generalmente sono bianchi o grigiastri e molto raramente riescono a mostrare le varie colorazioni come quelli solari.

L’Arcobaleno è nominato anche nella Genesi dove Dio parla a Noè dopo il Diluvio Universale : Libro della Genesi, capitolo IX versetti 11-16:

11 Stringo con voi questo patto: nessun essere vivente sarà più distrutto dalle acque di un diluvio, e la terra non sarà mai più ridotta in rovina da un diluvio”.

12 E Dio aggiunse: “Il segno del patto tra me e voi e ogni creatura vivente che è con voi, per tutte le generazioni future, è questo:

13 metto nelle nuvole il mio arcobaleno, che servirà da segno del patto tra me e la terra.

14 Ogni volta che porterò nuvole sopra la terra, l’arcobaleno apparirà nelle nuvole.

15 E certamente ricorderò il mio patto tra me e voi e ogni creatura vivente; e le acque non diventeranno mai più un diluvio che distrugga ogni essere vivente.

16 Quando nelle nuvole apparirà l’arcobaleno,io certamente lo vedrò e mi ricorderò del patto eterno tra me e ogni creatura vivente sulla terra”.




Immagine web: Jacob Cats – Autumn Landscape with Rainbow


PILLOLE DI SAPIENZA



Badate, se insegnate ai fanciulli, di non aggravarli troppo in una volta. Accade ai giovani come ai vecchi: chi deve comprender tutto, finisce col non ritener nulla.”

Magnus Gottfried Lichtener – Fabeln


Il sangue nobile è un accidente della fortuna; le azioni nobili caratterizzano il grande.”

C. Baretti – Frusta Letteraria

V’è nel sentimento dell’amore qualcosa di singolare, capace di risolvere tutte le contraddizioni della vita e di dare all’uomo quel bene completo, la cui ricerca costituisce la vita.”

L. Tosltoj – Anna Karenina


Mille pensieri insieme non hanno il peso del pensiero solo, quando è solo”

G.D’Annunzio – La fiaccola sotto il moggio


RICETTE DI NONNA LINA


Come ho detto più volte, io mi diletto a proporvi ricette comuni, eseguite con le mie mani, ma che naturalmente sono ricette tipiche e semplici del mio territorio, ovvero la Toscana, anzi della provincia di Lucca.

A tal proposito in ricorrenza del centenario della morte di uno dei più famosi Lucchesi nel mondo, ovvero del Maestro Giacomo Puccini, vi voglio indicare una ricetta che proviene proprio dal paese del Maestro, Massaciuccoli, e nata in quel preciso momento in cui lui era in procinto di costruire la sua villa in prossimità del lago omonimo.

Si dice che questa ricetta sia nata nel “Club della Boheme” ovvero nella capanna di un certo Giovanni Gragnani detto “gambe di merlo” che era per il solo suo diletto e piacere, un ottimo cuoco e specialmente per il pollo alla cacciatora.

Il “Club della Boheme” nacque quando il maestro Puccini propose agli “amici del Lago” di acquistare la capanna del Gragnani che aveva deciso di stabilirsi in Brasile. Tale “capanna” divenne così un ritrovo culturale, artistico e musicale tra i più ambiti, basti pensare che tra i fondatori v’erano nomi famosi, oltre al Maestro Puccini, c’era il pittore Francesco Fanelli, poi altri pittori come Ferruccio Pagni, i fratelli Tommasi, Raffaele Cambogi, e altri ancora. Ma anche gli ospiti furono tra i più ragguardevoli e famosi del periodo, come il poeta Giovanni Pascoli, lo scrittore Renato Fucini, il librettista Luigi Illica che riuscì pure a inimicarsi il Maestro Puccini per aver nominato il lago di Massaciuccoli: “...quel pantano”, e poi i musicisti come Mascagni, Catalani e addirittura Toscanini.

Per farla breve, qui nacque la ricetta che vi esporrò oggi e che è stata tradizione per molto tempo presso il ristorante “da Cecco” in prossimità del lago a Torre del Lago Puccini , il Cecco (il cui vero nome era Francesco Fanelli) che fu il fautore nello svelarne la ricetta stessa al di fuori del “Club”.

CACCIUCCO DI POLLO

Ingredienti:


Un pollo di circa 1 kg e 200gr

2 spicchi di Aglio

3 foglie di Salvia

Peperoncino (magari frantumato)

Olio Evo

1 bicchiere di vino rosso

Mezzo kg di pomodori freschi (altrimenti i pelati, no assolutamente la passata di pomodoro!)

Sale q.b.


Spezzettate il pollo, (liberato dalle zampe, dal fegato e dalle interiori), o ve lo fate spezzettare dal vostro macellaio preferito, e lo mettete a rosolare in una capiente padella dove precedentemente avrete già soffritto l’aglio, la salvia e il peperoncino (tritati) con un poco d’olio EVO. Appena la carne prenderà colore, incorporate il vino rosso e fate evaporare, poi aggiungete i pomodori spezzettati, salate, e lasciate cuocere a fuoco medio-basso senza coprire per circa venti – trenta minuti in modo che il pomodoro salsi bene e il sugo assuma una consistenza densa. Per un piatto più piccante potete aggiungere una spolverata in più di peperoncino e anche uno spicchio d’aglio tritato.

Servite caldo accompagnato da un buon vino rosso, se possibile frizzante.


Photo by Errebi (Roberto Busembai) – Scorcio del Lago di Massaciuccoli, Torre del Lago Puccini (LU)


L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


Alessandro Tofanelli – Campetto



EROI DI CARTA


LO STRANO MONDO DI MINU’ – (Tatsuo Hayakawa)


Minù Pepperpot, così il suo intero nome, è una dolce anziana che vive in un paese norvegese insieme al marito, signor Pepperpot, con un gatto Aceto e un tranquillo cane, più che tranquillo...pigro, Saetta. Fin qui niente di particolare, ma le avventure di questo cartoon si infervoriscono grazie alla particolarità di questa vecchietta, perché ogni tanto può rimpicciolirsi a suo comodo e questo grazie ai poteri magici di un cucchiaino da tè dotato di un campanellino, che Minù tiene fedelmente al collo.

A darle una mano, ( si fa per dire, spesso invece diventa un vero ostacolo) ci sono tre monelli del paese, Prezzemolo, Ortica e Rapa e una piccola bambina ( forse fata) Liulai la quale è l’unica ad essere a conoscenza del cucchiaino.

E così tra un dolce sfornato con amore, tra la sopportazione del brontolone e baffuto imbianchino suo consorte, Minù ci allieterà col le sue improvvise e imprevedibili avventure.

Il cartone fu realizzato negli anni ‘80 dal disegnatore Hayakawa e prodotto dallo Studio Perrot, che trasse i racconti dai libri dello scrittore e cantante norvegese Alf Proysen.

Puzzle di immagini web



ERBE E FIORI DI ZIA ROSA


MIRTO

(Myrtus communis)


Nomi comuni – Mortella

Famiglia – Mirtacee

Pianta – Arbusto sempre verde, non spinoso e dal portamento compatto

Fusto – Arbustivo,Cespuglioso con altezza max di metri 4

Foglie – Coriacee e persistenti, ovate o ovato-lanceolate, con il margine intero

Fiori – Color crema, dotati di vistosi stami dorati, profumatissimi

Frutti – Piccole bacche ovoidali di colore nero-violaceo


Il Mirto è una delle piante più caratteristiche della macchia mediterranea, importata dalla Persia e dall’Afghanistan , e ha un’antica tradizione soprattutto latina, amata e lodata sia dai Greci che dai Romani era coltivata davanti al tempio del Dio Quirino poi consacrata alla dea dell’amore, Venere.

Antiche leggende arabe narrano che Adamo, il primo uomo, la portasse con se dal Paradiso Terrestre in ricordo dei “bei tempi”, mentre gli Egiziani ne adornavano le festività. Con essa si incoronavano i poeti e loro stessi ne facevano poesia nei loro canti. I suoi fiori sono molto aromatici e da essi se ne ricava un famoso profumo conosciuto come “Acqua Angelica”.


Coltivazione – Ama il sole e desidera spazi aperti e arieggiati, sopporta bene la siccità ma è acerrimo nemico del gelo, può essere coltivato in vaso.

Proprietà – Ha un’azione prettamente balsamica ed è efficace per le affezioni delle vie respiratorie, un suo ricavato olio è usato per particolari malattie di bocca e gola.

In cucina – E’ ottimo per insaporire piatti di pesce e pure la carne ed è aromatizzante di alcuni vini e liquori


Sono oltre cento le specie di Mirto e tra queste il Myrtus communis originario appunto delle regioni mediterranee e conosciuto da noi.

E’ un arbusto che può raggiungere circa 4 metri ma solitamente è più basso , le foglie sono piccole, ovate o ovato-lanceolate e se schiacciate tra le dita emanano un aroma caratteristico, i fiori sono piccoli color bianco crema e molto profumati e in autunno vengono succeduti da bacche color nero-violaceo per cui i rami divengono molto decorativi e possono benissimo adornare le case se posti in un vaso. La varietà italiana più diffusa è la Tarentina, che si trova nelle province di Firenze, Napoli e in Sardegna ha foglie molto più piccole e i frutti sono bianchi. Si pensi che i suoi rami sono stati trovati e riconosciuti in tombe romane di circa 2000 anni fa.

Non si può, parlando di Mirto, non nominare il suo più famoso liquore tradizionale della Sardegna che viene servito come digestivo ad ogni pasto.



Immagine web




  DI FAVOLA IN …….FAVOLA


LA VOLPE E LA CICOGNA (Fedro)

La volpe invitò un giorno la cicogna a pranzo. La buona cicogna accettò di tutto cuore e all’ora indicata fu puntuale. La volpe l’accolse con molte feste, sorridendo di un certo suo risolino, però; la condusse al luogo del banchetto, e le offrì in un piatto basso basso un succulento brodetto. Naturalmente la cicogna, che sperava, poveretta, di trovare lucertole, rane e sorci, non potè che inumidire nel liquido la punta del becco, mentre la volpe, slap slap, pulì via tutto in un momento e poi si leccà anche i baffi.

La cicogna non disse nulla; ringraziò, anzi, e invitò la volpe a pranzo per il giorno seguente.

Il giorno dopo, la volpe, che ancora rideva del tiro giocato, si ritrovò anch’essa puntuale, anzi un pochino in anticipo. Pensava di papparsi oche, uccelletti, fors’anche un coniglio: invece si vide offrire un pasticcio dal profumo solleticante, che faceva venir l’acquolina in bocca a tre passi di distanza, ma rinchiuso, il pasticcio, in una bottiglia dal collo lungo lungo e stretto stretto.

-Prendine a tuo piacere- disse cordialmente la cicogna. E ficcando il lungo e sottil becco nella bottiglia, piano piano si finì il pasticcio, mentre alla volpe per la fame e per il dispetto si torcevano le budella.


Immagine di Paul Bransom tratta da “ An Argosy of Fables”



Segno zodiacali del mese: GEMELLI dal 21/05 al 20/06




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