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ALMANACUS DOMENICALE - 12 MAGGIO FESTA DELLA MAMMA

FESTA DELLA MAMMA


Ed è una pagina speciale, forse scontata, forse comune, ma sicuramente non eccessivamente speciale perché parlare di una mamma è cosa seria e assolutamente fuori del normale per acclamarla e onorarla sempre. Io voglio solo dare un tocco personale a tutte le mamme che ogni giorno vivono e lottano per la loro sola esistenza di aver donato la vita per un nuovo mondo, un pensiero dolce e carezzevole come quelle dolci e tenere carezze che solamente la madre ti può dare. A tutte quelle donne che pur non avendo avuta la fortuna di avere l’arte di donare, hanno comunque come naturale quel senso materno che solo una donna può esaltare. A tutte indifferentemente quelle che con sacrificio e talvolta con il repentaglio della loro stessa vita, si offrono per un figlio o figlia senza rimpianto o dolore e senza remore ma con la sola convinzione che quello è puro amore.
E poi naturalmente vorrei donare questa pagina anche alla mia mamma, che a me il solo pronunciare questo nome mi reca un poco di timore, e forse non potreste capire ma si apre al mio cospetto un bivio di tre strade, dare un saluto a chi mi ha dato la luce, o a chi nella prima infanzia mi ha allevato, o a colei che nel corso della mia adolescenza mi ha seguito fino alla sua morte, e di questo bivio tutte sono ormai assenti, la prima al mio primo vagito, l’altra da ormai più di trenta anni e l’ultima da venti…...e allora forse non ci credereste ma nonostante tutto io mi sento “povero” di madre, non voglio dire affetto (quello anzi tanto) , ma il vero interiore senso materno davvero vorrei averlo potuto sentire. E concludo con un pensiero che vola come un aquilone sperando raggiunga tutte le nostre mamme in cielo……
Mamma, che il nostro abbraccio possa un giorno avere il suo eterno senso nell’infinito mare di speranza”.

MI STRINGI SUL TUO CUORE

Saper conoscere nel buio
la figura che si staglia
pur non sentendo il suo respiro
e non toccando la sua dolce figura,
è solo potenza di un passato
che non ha più ritorno
che coglie nel profumo
solo l’attimo fuggente
di un cielo aperto al sole,
un sorriso gettato,
un bacio donato.
E spesso mi ritrovo
nel silenzio del buio
che ho intorno,
e risento il tuo passo
pur incerto ma deciso,
e provo lo stesso
brivido al cuore
di quando lontano dicevo
con semplice candore:
Mamma
mi stringi sul tuo cuore!”.

Roberto Busembai (errebi)

LA MADRE NELLA PITTURA

Per sempre, da quando l’uomo è riuscito a esprimersi con l’arte, la donna, la madre, la maternità sono state motivo di rappresentazione e specialmente nella pittura si hanno un’esempio che scorre nei tempi, dal Medioevo con la rappresentazione religiosa della Madonna, al Rinascimento dove la donna assume la sua figura terrena e fino ai nostri giorni, e sempre il tutto espresso con dovuta devozione tale da innalzare la simbologia stessa della figura ovvero amore e vita.
Elenco con alcune immagini, alcune delle molteplici raffigurazioni, non è c’è bisogno di commentarle, parlano da sole.

Immagini web: Cranach - Segantini – Klimt – Cassat – Matisse – Modigliani – Picasso – Van Gogh
Arte Egizia – Chagall – Francisco Bond – Holbein – Lempicka – Manoscritto medievale – Waldmuller – Bouguereau – Ter Borch - Giorgione – Moriso – Renoir – Kennington – Le Brun - Wistlers






PILLOLE STORICHE LETTERARIE

Gea è la madre naturale per preminenza, lo è della terra, che ha generato da sola, poi con lo sposo Urano partorirà i monti, il mare e i Ciclopi. Urano però odiava i suoi figli e alla loro nascita li sotterrava così da non fargli vedere la luce, Il senso materno di Gea fece si che dalle sue viscere potesse estrarre il ferro con cui potè costruire l’arma che Crono, uno dei suoi figli, uccise il padre Urano.

Troviamo la madre già nell’epica, quando Achille, nell’Iliade, si ritira per invocare la madre Teti che sempre lo proteggerà anche se poi inutilmente, contro i pericoli della guerra di Troia.
Nell’Eneide lo strazio di non poter avere figli è rappresentato da Didone che dal forte desiderio di “poter vedere crescere con lei un piccolo Enea” che essendogliele negato si suicidia.

Nel mondo Greco l’attenzione sulla maternità è spesso rivolto a quelle che hanno dovuto partorire da una violenza, che saranno poi donne rese schiave come la più famosa Cassandra.
Nella storia romana tante sono le madri famose forse più anche dei loro figli (imperatori) e tante purtroppo proprio per questo vengono dai figli torturate o uccise come Agrippina da Nerone.
Durante il primo medioevo la figura tra madre e figlio assume una valenza che ha basi addirittura barbariche, ovvero la madre in caso della morte del padre, diventa tutrice assoluta dell’erede figlio e al tempo stesso garante dei suoi interessi.
Nell’evolversi dei cambiamenti storici e sociali la madre diventa anche quella che dovrà occuparsi dell’educazione dei figli e intorno al XII secolo subentra anche il valore religioso che associa la figura materna a quella sublime della Madonna e da qui in poi ogni rappresentazione anche pittorica lo sottolineerà. Ma oltre alle cose materiali, oltre all’educazione e alla religione, la madre sarà quella che saprà scegliere la moglie adatta per i propri figli maschi.

Poi il senso materno va oltre l’esperienza biologica, Margherita Datini per esempio, che alleva e custodisce una figlia di cui il marito aveva avuto da una schiava, tanto da farle un bellissimo corredo e fattala sposare accoglie la coppia in casa propria.
La madre è un punto di riferimento, un appoggio, una salvezza, una depositaria dei più alti valori familiari, chi non ricorda la descrizione dolorosa della madre del Foscolo nel sonetto “In morte del fratello Giovanni”, o la poesia “La madre” di Ungaretti che sicuro della grandezza materna pensa addirittura che essa intercederà con Dio perché sia accolto in cielo alla sua morte.
Ma il grande amore, l’immensa devozione, che una madre possa avere nei riguardi del figlio è sublime e unica nell’evocazione poetica di Pasolini in “Supplica a mia madre”:


È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Alcune poesie dedicate alla madre dai più eminenti poeti di tutti i tempi:





E per finire questo accenno letterario indico alcuni titoli dove la donna – madre assume ogni caratteristica e caratteriale figura, mamme giocose, mamme nella tragedia, nel momento del loro parto, madri che si pongono domande per soddisfare al meglio la grande responsabilità di vita che gli è affidata.





LA MADRE NELLA MUSICA














PER SEMPRE



Portava nel suo passo

il frutto delle stagioni,

curandone nel cuore

il dolce e il calore,

aveva nei capelli

il bianco della luna

e sulle spalle lo scialle

operosità dei suoi tempi,

sentiva in lontananza

la vita che sfuggiva

e con il sorriso

riempiva lo smarrimento.

Aveva sulle spalle

il gioco del tempo

e sui larghi fianchi

la risposta di una vita,

camminava piano

non certo per scelta,

osava il silenzioso assenso

come risposta vera,

e la parola usciva

solo se necessaria e giusta.

Portava con se stessa

la maternità cosciente,

madre mia

per sempre.

Roberto Busembai (errebi)


 a tutte le Mamme del Mondo




















































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