domenica 7 maggio 2023

ALMANACUS DOMENICALE - 7 MAGGIO

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 7 Maggio della prima settimana di questo mese e diciottesima settimana di questo anno.

Il sole sorge alle 05:58 e tramonta alle 20:15

La Luna sorge alle 22:41 e tramonta alle 06:47

Fase Lunare : Luna Piena

La prossima luna piena ci sarà il 4 Giugno



SCOPRIRE L'ITALIA


BOSA (OR)


Ho sempre desiderato visitare la Sardegna, che oltre a un fattore turistico-artistico-culturale lo è anche personale, in quanto mia nonna, che a malapena ricordo in quanto la sua morte la rapì che ero ancora piccoletto, aveva origini sarde e in specifico della zona di Oristano. Ma destino, controversie varie e tante altre cose della vita, non mi sono mai concesso un viaggio in questa che ritengo una delle regioni più affascinanti e ancora da scoprire di tutta la nostra bellissima Italia. Fatta questa premessa partiamo (virtualmente) alla scoperta di uno dei tanti borghi che si affacciano sul mare o vicino e che decorano con case, barche, porti e tradizioni la stupenda costa naturale della Sardegna e il suo incantevole e ancora incontaminato mare.

Il borgo di Bose, nella provincia di Oristano, è stato dichiarato il secondo borgo più bello d'Italia, un borgo che racchiude tutta la sua storia lontana e che custodisce ancora il suo sapore antico pur consapevole di una modernità che nonostante tutto cerca di usare pacatamente senza farsi circondare e invadere troppo sia dal turismo che da nuove e imponenti costruzioni. Un paese che già a vederlo ti affascina per i colori delle facciate delle case (il quartiere storico di “sa Costa”) che si affacciano sul fiume Temo e con l'onde di esso si tuffano nel vicinissimo mare. Dominato dal castello dei Malaspina risalente al XII secolo raggiungibile a piedi, il borgo parte dalle pendici del monte Serravalle con il bellissimo Ponte Vecchio che scavalca il fiume suddetto, che è l'unico fiume navigabile della Sardegna, fino a raggiungere le antiche concerie che resero famoso questo borgo dalla metà dell'800 fino all'inizio '900 e che si può conoscerne la sua storia tramite il museo delle Conce.

Strette vie, intersecate e quasi “appiccicate” al monte consentono la visita (a mio parere per fortuna) soltanto a piedi e soltanto passeggiandole si può comprenderne lo spirito e il senso di privato che non è osteggiante ma puramente per una celata dovizia quasi di sacralità. Il popolo Sardo ama le sue tradizioni e la sua cultura e al tempo stesso ne è assolutamente geloso, ma la sua gelosia è più dovuta a un senso di mantenimento e paura, paura che l'esterno, spesso non consapevole, possa distruggerlo.

Quasi adiacente alla riva destra del fiume Temo c'è il Duomo di Bosa dedicato all'Immacolata Concezione , la cui origine pare risalente al XII secolo, ma dopo vari rimaneggiamenti ora si presenta con uno stile alquanto ottocentesco e da cui ha inizio il quartiere medievale già citato. E' una concattedrale della diocesi di Alghero-Bose dalla facciata tra il tardo barocco e uno stile neoclassicista. Ha una forma quasi di unica navata da cui partono altre campate formando quattro cappelle per lato di cui una, che da il senso di una chiesa a se stante, appunto conosciuta come “cappellone”, cui è dedicato il Sacro Cuore. I patroni del borgo, Emilio e Priamo, sono raffigurati in statue sull'altare maggiore, e lungo le pareti vi sono pitture a tempera della fine dell'ottocento di Emilio Scherer che rappresentano il Paradiso dantesco. Attraversando poi il borgo si raggiunge così il fatidico castello di Serravalle o Malaspina.

Questi fu costruito nel 1112 appunto dalla famiglia toscana dei Malaspina che si insidiarono nell'isola a metà del XI secolo. Nel corso dei secoli ha subito varie conquiste e vari rifacimenti ma è ancora visibile la sua struttura originaria e le successive torri, come quella di San Pancrazio e e dell'Elefante. La spettacolarità che all'interno delle sue mura sorge la chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos del XV secolo e da cui partono e si sviluppano ,nel periodo di settembre, le affascinanti celebrazioni. Tra gli anni del 1972 e 1973, durante alcuni lavori di consolidamento, si scoprirono sotto l'intonaco, una incantevole ciclo di affreschi datata intorno al XIV secolo e attribuiti a maestranze toscane, ispirati ai temi della predicazione di San Francesco.

La chiesa anticamente era dedicata a sant'Andrea ma una leggenda popolare racconta che intorno al 1847 tra le macerie del castello, un bambino trovò una raffigurazione lignea della Madonna e collocata perciò in una nicchia di questa chiesa ( dove si trova tutt'ora) gli attribuirono il nome di Nostra Signora de sos Regnos Altos. Divenne così meta di pellegrinaggio e motivo di preghiera e venerazione. A metà settembre le strade di sa Costa oltre ai colori delle facciate si illuminano di varietà di luci, addobbi e altri, in vari spiazzi si allestiscono “sos altarittos” dei piccoli altari ornati di fiori, si stendono i caratteristici e famosi pizzi a “filet” e varie statuette della Madonna vi vengono deposte.

Un'altra festa è dedicata alla Madonna , la prima domenica di agosto in onore di santa Maria Stella Maris, protettrice di marinai e pescatori. Dalla cattedrale dove si trova la sua statua, viene portata da un corteo di barche addobbate a festoni e fiori per circa due chilometri lungo il fiume Temo arrivando alla banchina fluviale del Ponte Vecchio. Da qui la statua viene ricondotta in cattedrale dove si celebrerà la santa Messa. Alla sera poi riparte il corteo di barche con l'effige andando verso Bosa Marina dove supereranno la foce e renderanno omaggi ai caduti in mare gettano corone di fiori. Rientrato il simulacro in Cattedrale, la festa si espande ancora una volta ma verso Bosa Marina con bancarelle e varie manifestazioni per quasi tutta la notte.

E un borgo di tantissime tradizioni e potrei citarne altre ancora, ma queste due penso siano sufficienti a far comprendere il carattere e l'amore che questo popolo ha verso le sue origini e il luogo in cui è nato.

Una nota , se vi trovate in una di queste feste, non fatevi mancare un bicchiere di vino malvasia tipicamente DOC.

Immagini puzzle da web:



UN POETA DELLA REGIONE (SARDEGNA)


Mario Cubeddu

Caricalau

Pigau ch’est su sole in artos chelos
no tenet cosa ‘e mi narrer
cuss’isprigu, alidu ‘e crebetura si ddia incarat.
Crogoristas biancas de mazadas
moven l’aliga in fundu a i custu coro
rajos craros istresian sas peraulas
crèschias in putzu nieddas de sale.
Mudu su mese ‘e maju si chi morit,
s’abba ‘e sas reighinas currit lestra;
caricalau, ogos serraos abadian
su sale marigosu ‘e disisperu.


APPUNTI PER UNA LETTURA


Ogni domenica posterò sempre un brano che parla di un personaggio principale tratto dalle pagine del libro in questione….lascio a voi indovinare il titolo del libro e l'autore.....la soluzione la prossima domenica.

(La soluzione della domenica precedente era “UN AMORE ” di DINO BUZZATI)


L'uomo il cui nome è detto resta in vita: me lo ha confidato un santone arabo che incontrai per caso all'ombra della Sfinge. Lo presi in parola. Avevo novantaquattro anni, ventiquattro banche, ventiquattro malattie e un maggiordomo provvisto di ombrello. Ed ero miliardario.

Assoldai sei persone perchè dalla soffitta della mia villa pronunciassero incessantemente le tre sillabe del mio nome composto di lettere tutte diverse e distribuii in ogni angolo della casa, persino dentro il pianoforte nel salone delle feste, piccoli altoparlanti da cui poter sentire, ogni volta che lo volessi, la prodigiosa litania. Stravaganze di vecchio, si direbbe, e invece, una dopo l'altra, le mie malattie scomparvero, i capelli e i denti presero a ricrescere, i muscoli si rinnovarono, finchè il mio corpo tornò a essere quello di un affascinante Dorian Gray. Lo considerai il miracolo della fama e della ripetizione. Così, dopo che sopravvissi agli agguati di un nipote, al rapimento da parte di una banda a me omonima e anche al mio stesso funerale, mi ritrovai, alla fine di questa favola a rovescio, ringiovanito di ottantuno anni, felice di avere finalmente un'altra vita davanti per coronare il mio sogno: quello di diventare un artista del circo equestre, un trapezista, un acrobata, un giocoliere.......


TITOLO E AUTORE ( da indovinare)


Immagine web: Parziale della copertina del libro





IL VANGELO DELLA DOMENICA


V DOMENICA DI PASQUA

Colore Liturgico BIANCO


Gv 14,1-12


Io sono la via, la verità e la vita



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».


Immagine web: Duomo di Monreale - Mosaico Cristo Pantocratore



FAVOLA DELLA DOMENICA


CANE E GATTO

(da un racconto èstone)


Oggi, tranne qualche rara eccezione, cani e gatti si detestano; ma ci fu tempo che essi erano amici, tanto amici, anzi, che un bel giorno il cane e il gatto concordi si presentarono al loro padrone e gli dichiararono che d'ora innanzi, se voleva essere servito da loro, avrebbe dovuto cibarli di pura carne. L'uomo tentò di resistere a quell'onerosa imposizione, ma non ci fu verso di persuadere i due solidali ribelli; bisognò che egli cedesse e firmasse un contratto in piena regola col quale si impegnava a fornir loro carne almeno una volta al giorno.

Il contratto fu affidato al gatto, che lo portò nel suo granaio e lo legò a una trave. Ma durante la notte i topi lo rosicchiarono riducendolo in minuti brincelli.

Intanto i giorni passavano e la carne promessa non si vedeva.

Il cane ed il gatto tornarono dal padrone e protestarono.

E la carne?”

Quale carne?”

Quella del contratto”.

Contratto? Quale contratto? Mostratemi il contratto!”.

Naturalmente i due non poterono più mostrare nessun contratto, e il padrone quindi non mostrò loro nemmen l'ombra di un osso.

Tra cane e gatto scoppiò una lite feroce: ciascuno rigettava sull'altro la colpa dell'accaduto.

Di più il gatto, oltre che il cane, da quella volta prese a odiare anche i topi e a dar loro una caccia spietata.


Immagine: Da Enciclopedia della Fiaba a cura di F.Palazzi (1958) – Illustrazione di Aleardo Terzi



PENSIERI DEL GIORNO



L'avvenire è la porta, il passato ne è la chiave.

Victor Hugo


Quanto meno abbiamo, più diamo. Sembra assurdo, però è la logica dell'amore.

Madre Teresa di Calcutta


Quando non sari più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.

William Shakespeare – Romeo e Giulietta


RICETTA DOMENICALE DI NONNA LINA


Fare da mangiare diventa un peso, ma non tanto fisico, quanto mentale....della serie: “ Cosa invento oggi?”. Poi diciamocelo anche sfogliare riviste o libri di cucina ormai non ci attira più, quei piatti decorosi, succulenti, fantastici che si vedono nelle foto o nelle immagini su internet, servono solo a farci rammaricare i pranzi o cene con i nostri cari, con i nostri amici e conoscenti, mentre ora la tavola è apparecchiata soltanto per due massimo tre persone, e sinceramente mettersi a fare quei piatti non ne viene la dovuta voglia. Ma mangiare bisogna, e allora oggi vi lascio una semplice, veloce e leggera ricetta che può servire sia per una cena leggera o per un primo di un semplice pranzo comune giornaliero.


INGREDIENTI:


250 gr.di Zucchini

50 gr.di burro

1 lt.di brodo ( se lo avete di carne meglio altrimenti potrete farlo con un dado)

250 gr.di Riso (a vostra scelta nel tipo)

sale e peperoncino q.b. ( io uso il peperoncino tritato ma si può usare al suo posto il pepe)

un poco di prezzemolo tritato

un cucchiaio di parmigiano grattugiato per piatto.


Lavate e pulite gli zucchini, poi tagliateli a tocchetti o a rondelle come più vi piace, mettete sul fornello una padella fonda inserendovi, a sciogliere, il burro con un filo d'olio perchè non imbrunisca, appena diluito mettete gli zucchini tagliati, salate e aggiungete un poco di peperoncino ( o pepe), quindi li fate saltare fino a che non sono abbastanza cotti. Nel frattempo mettete a bollire il litro di brodo di carne ( o di dado) e appena prende il bollore ci buttate gli zucchini saltati e il riso. Fate cuocere per un circa 25 minuti, servite caldo e aggiungete un cucchiaio di parmigiano grattugiato. Se vi è gradito spolverate sul piatto servito un poco di prezzemolo precedentemente tritato.


Nonna Lina


Immagine Errebi (Roberto Busembai):

IL MOTIVO DEL GIORNO


Fabrizio de Andrè

Rimini




L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


Michal Lukasiewicz


(In her own world)




Segni zodiacali del mese: TORO dal 21/4 al 20/5

GEMELLI dal 21/5 al 21/6



Nessun commento:

Posta un commento

ALMANACUS DOMENICALE - 5 NOVEMBRE

ALMANACUS DELLA DOMENICA Oggi è Domenica 5 Novembre quarantaquattresima settimana dell'anno e prima del mese Il sole sorge alle 06:46 e ...