domenica 30 aprile 2023

ALMANACUS DOMENICALE - 30 APRILE

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 30 Aprile della quarta settimana di questo mese e diciassettesima settimana di questo anno.

Il sole sorge alle 06:07 e tramonta alle 20:07

La Luna sorge alle 14:40 e tramonta alle 04:01

Fase Lunare : Luna Gibbosa

La prossima luna piena ci sarà il 5 Maggio



SCOPRIRE L'ITALIA


VENAFRO (IS)


Ed entriamo in una delle città più belle e caratteristiche di questa magnifica regione che è il Molise, e lo facciamo proprio dalla Porta del Molise, come viene identificata questa cittadina.

Le origini risalgono a molto lontano, al popolo dei Sanniti che nel III secolo vi combatterono aspramente contro Roma. Tra il 774 e 787 la piana del borgo fu attraversata dalle truppe del grande Carlo Magno in una battaglia contro i Longobardi del Principato di Benevento. Condizionata purtroppo da sempre forti terremoti come nel 1349 e nel 1456, dette comunque ospitalità alle truppe di Carlo VIII di Francia in procinto di conquista del Regno di Napoli . Dal XV secolo divenne di proprietà della famiglia Pandone contribuendo anche a una buona ripresa economica. Bisognò attraversare tutto il Medioevo per poter poi ritrovare notizia di questa cittadina, dove cominciarono a sorgere nuovi palazzi e nuove costruzioni. Una data importante sono i giorni 24 e 25 ottobre 1860 in quanto Venafro ospitò il Re Vittorio Emanuele II di Savoia che era in viaggio per Teano dove avrebbe poi incontrato per la fatidica stretta di mano il generale Giuseppe Garibaldi che simbolicamente gli consegnò l'Italia. Fu poi teatro insieme ad altri paesi limitrofi, di sanguinose battaglie nel periodo della seconda guerra mondiale e soprattutto tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944 in quanto i Tedeschi si erano asserragliati sulle montagne a nord per la conquista di Cassino e Montecassino combattendo contro gli Anglo-Franco-Statunitensi lungo la linea Gustav. Venafro subì un durissimo e atroce bombardamento che la rase quasi completamente al suolo dovuto dalle forze anglo - americane per errore in quanto scambiata per Montecassino arrecando più di 400 morti tra cui moltissimi civili.

Valeva la pena ricordare il suo passato storico in quanto determinante oggi per capire l'importanza che questa cittadina ha su tutta la regione, una cittadina che si sviluppa su circa tre livelli sul monte Croce e di cui forse il più caratteristico e se vogliamo anche storico è quello più in alto dove è dominata dal castello Pandone. Tra il 1437 e il 1528 la famiglia Pandone, proprietaria del luogo, ampliò e se ne fece residenza di una già preesistente fortezza in cima alla collina. Fu poi il conte Enrico di Venafro che contribuì maggiormente alla valorizzazione, decorazione e abbellimento del loggiato e del giardino. Appassionato come era di cavalli, ne fece affrescare le pareti del castello a grandezza naturale, circa una ventina di “suoi cavalli” dipinti con le bardature, le borchie e i pennacchi, rendendo così per i visitatori odierni un momento di quasi vera sfilata.

Ma Venafro è notoria e famosa per l'appellativo di “Città delle 33 chiese”. Infatti vi sono molte chiese, sia di dimensioni che di epoche, molto differenti, presenti sia nel centro storico che ai piedi del monte.

Il centro storico ha l'assetto di un borgo fortificato distante dall'antico centro romano identificato nella zona dell'anfiteatro . Il punto più alto come abbiamo detto è il Castello mentre la Cattedrale si trova fuori le mura, in quanto segue lo schema delle antiche città normanno-longobarde. Nel centro troviamo il convento di San Nicandro, divenuto poi santuario dai tempi di Padre Pio che quivi trascorse nei primi anni del '900 un periodo di cure mediche . Al suo interno vi è una Madonna di Teodoro D'Enrico.

Meritevole la visita alla Concattedrale di Santa Maria Assunta risalente al V secolo che fu costruita sotto il vescovo Costantino sui resti di un tempio pagano e dove potrete ammirare una tela della Vergine del 1590.

Una chiesa assolutamente da non perdere di visitare è quella dell'Assunta. Costruita nel trecento dalla “Confraternita dei Flagellanti” viene edificata con i resti del vicino teatro romano. Dopo vari accorgimenti e ampliamenti nel 1641 la chiesa assume quel tipico aspetto gotico che ancora la caratterizza, nonostante siano ben rintracciabili i segni dell'evoluzione dei tempi.

Al suo interno si possono ammirare un crocifisso ligneo del XIV secolo e una tavola che raffigura Santa Caterina del cinquecento. Ma la cupola, che è di considerevole disegno architettonico, è considerata per la sua raffinatezza, la cupola più bella della regione.

I venafrani però in questa chiesa hanno particolare attenzione e devozione al busto in argento di San Nicandro, sito in una nicchia in fondo a sinistra della navata.

Dall'Annunziata partono tutte le manifestazioni religiose dedicate al Santo, come la processione del 17 maggio e quella ancor più caratteristica, serale, del 18 giugno.

Tra le altre architetture , sia antiche che moderne, non posso non citare la Palazzina Liberty, il “Verlasce”ovvero l'anfiteatro romano che meriterebbe un articolo a se per la sua importanza storica, poi il Teatro Romano e il Museo Archeologico.

Ma Venafro ha vanto del Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro in quanto è il primo parco tematico sull'olivo del Mediterraneo.

Gli olivi di questa cittadina sono menzionati nelle opere di massimi poeti latini per l'ottima qualità dell'olio come Orazio da cui Parco Oraziana e persino Marziale ne da testimonianza. Un olio extra vergine già famoso nell'antica Roma, denominato “Aurina” la cui produzione avviene nelle immense distese di olivi che ricoprono le colline del territorio e buona parte anche della piana.

Una grande distesa di pietre candide si stagliano in una spianata non poco lontano dal paese, una miriade di croci a fargli ombra, non è altro che il Cimitero dei Francesi a scandire quel fatidico giorno del 15 marzo in cui i bombardieri anglo-americani scambiarono Venafro per Montecassino radendo il paese e causando morti civili e di soldati la cui maggior parte erano del contingente francese.

Non posso non citare una visita di carattere quasi folcloristico a una p

minuscola casetta che fu dimora per un film del 1957 “La legge è legge” ospitando perciò due grandi interpreti come Fernandel ma soprattutto il nostro amatissimo Totò ma che fu anche motivo di comparse di quasi tutto il paese. Se non sapete dov'è, basta chiedere, qualsiasi abitante ve la saprà indicare, magari confondendo il titolo … “Ah la casetta di Guardie e Ladri!”.

Prima di lasciare questa cittadina, dovete assaggiare il piatto tipico “i v'scuott” (taralli) ottenuti impastando farina, olio Evo, sale e finocchietti, si arrotolano a treccia, si lessano e infine si infornano. Oppure “ l'nocch” (chiacchiere napoletane)se siete in visita in questa meravigliosa cittadina nel periodo pasquale o natalizio. Sempre comunque troverete l'indimenticabile al palato e allo stomaco, la Pastiera di riso.


Immagini puzzle da web: 



UN POETA DELLA REGIONE (MOLISE)


NICOLA GARDINI



Lu nòm' mì


Papannònn’ N’còl’
mangh lu nòm’ sì sapèva fà.
‘Na cròc’ arfacèv’
quand’ avèv’a fà n’affàr’.
E ch’ c’ vulèv’ a ‘mbarà
N I C O L A ?
Lassa pèrd’ lu cugnòm’…
N còm’ la vì p’ lu màr
I còm’ lu còrz’ d’ P’tacciàt’
C còm’ la falc’ p’ la jèrv’
O còm’ na m’lèll’
L còm’ lu pèd d’ la gallìn’
A còm’ l’ còss’ sòtt’alla gonnìn’
Quand’ z’è mmòrt’,
nonnò j’à miss’ annanz’ ddù ang’l’,
nu sacc’ d’ fiur’ e llu lumìn’,
ma mangh ‘na cròc’.



APPUNTI PER UNA LETTURA


Ogni domenica posterò sempre un brano che parla di un personaggio principale tratto dalle pagine del libro in questione….lascio a voi indovinare il titolo del libro e l'autore.....la soluzione la prossima domenica.

(La soluzione della domenica precedente era “IL GIORNO DELLA CIVETTA ” di LEONARDO SCIASCIA)


La mia storia la si può leggere come un'autopsia, l'illustrazione di un quadro clinico. La storia di un architetto prossimo ai cinquant'anni – Antonio Dorigo è il mio nome – e della mia ossessione per Laide, una ballerina minorenne incontrata in una casa d'appuntamenti. Una storia di umiliazioni ed egoismi in una Milano di intollerabile squallore borghese. Si può sollevare il libro che la contiene ed esaminarlo alla luce come se fosse una lastra. L'amore vi apparirà impressionato in negativo in tutti i suoi contrasti, nella sua irriducibile ambiguità: con le macchie che lasciano le illusioni, gli inganni, il mercimonio, le vigliaccherie, le menzogne, i tradimenti. Eppure, io volevo sapere cosa c'è dentro al desiderio, e per questo spinsi il mio sguardo al di là delle ipocrisie e delle convenzioni, fino al fondo dei miei disperati e fallimentari tentativi di amare e di essere amati, al centro del mio cuore nero.


TITOLO E AUTORE ( da indovinare)


Immagine web: Parziale della copertina del libro



CURIOSITA' DI UN ANNO

1960

(immagini web)


In questo anno vengono pubblicate alcune opere indimenticabili come la Noia di Alberto Moravia, gli intensi versi di Pablo Neruda raccolti in Canzone di Festa, il romanzo di Carlo Cassola , La ragazza di Bube, vincitore del Premio Strega di quest'anno,ambientato durante la guerra di liberazione in Italia.

Passione e ideologia di Pier Paolo Pasolini e Gli egoisti di B.Tecchi vincitore sempre in questo anno, del premio Bancarella.



Nell'arte il pittore Giorgio Morandi realizza l'opera Natura morta, che come le precedenti è dedicata a rappresentare da angolazioni diverse e con diverse illuminazioni i vasi, le brocche e i recipienti che aveva nel suo studio. In America è notorio Frank Stella che realizza Six Miles Bottom una tela sagomata rivestita con strisce di un solo colore, una tecnica poi denominata Systemic painting, che riduce l'espressione artistica all'essenziale.


Frank Stella - Six Miles Bottom

Al cinema esce il sorprendente e al tempo agghiacciante Psyco di Alfred Hitchcock, L'appartamento di Billy Wilder che si aggiudicherà l'Oscar come miglior film e miglior regista. Da non dimenticare Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, una riflessione realistica e amara sugli aspetti sociali dell'Italia del dopoguerra e poi il fantastico,poetico, eclettico film di Federico Fellini, La dolce vita di cui è notoria la scena del bagno della fascinosa e bionda interprete Anita Ekberg nella Fontana di Trevi mentre incita il protagonista Marcello Mastroianni a seguirla chiamandolo “ Marcello, Marcello! Come in!” Il film vincerà la Palma d'oro al Festival di Cannes.



Ma questo anno è scandito da un evento sportivo non indifferente, per la prima volta l'Italia, a rappresentarla sarà Roma, ospita le Olimpiadi. Olimpiadi che saranno ricordate per sempre come le più belle delle Olimpiadi della storia. 

Va ricordata la fantastica e scenografica maratona che parte dal Campidoglio e arriva all'Arco di Costantino, vinta poi dall'Etiope Abebe Bikila che la percorrerà a piedi nudi. Una disciplina sportiva, la boxe, lascerà il segno nella storia per la nascita di due grandi campioni, l'italiano Nino Benvenuti e l'americano Cassius Clay che vince la medaglia d'oro nella categoria dei mediomassimi. In una sua autobiografia asserisce che la medaglia poi la gettò in un fiume dopo che al suo ritorno dopo la vittoria, in un ristorante gli rifiutarono di servirlo perchè “nero”.Ad Atlanta nel 1996 dove ha l'onore di accendere il tripode,ne riceverà una sostitutiva. Dopo quattro anni da questa vittoria, otterrà il titolo mondiale e il giorno dopo si convertirà alla fede islamica cambiando il nome in Muhammad Ali asserendo che il nome di Cassius Clay è un nome da “schiavo”.



Altro nome di spicco in questa olimpiade è Livio Berruti che sbalordirà nei 200 mt piani lasciando di stucco i campioni americani.

Nasce in questo anno, in Inghilterra, la celebre striscia di fumetti di Bristow.

In Italia è definitivamente aperta l'Autostrada del Sole che collega Bologna a Firenze.

La Radiotelevisione italiana da inizio al programma Non è mai troppo tardi condotto dal grande maestro Alberto Manzi. Un apporto culturale e d'insegnamento della lingua italiana rivolto soprattutto ai paesi poveri e al grande analfabetismo presente nel Paese che ancora risente del doloroso dopoguerra.

Al festival di Sanremo vince l'accoppiata Tony Dallara e il “piccoletto” Renato Rascel con la canzone Romantica, mentre a Liverpool sta nascendo un gruppo di quattro giovani ragazzotti che troveranno un nome particolare della band in quanto li identifica per dove solitamente si esibiscono, in uno scantinato. Un nome che diverrà poi popolare in tutto il mondo e che cambierà totalmente la scena musicale....non sono altro che gli Scarafaggi ovvero i grandi Beatles!

Il premio Nobel per la letteratura va a Saint John Perse (del quale si narra che fu l'unico che potesse vantare di aver fatto a cazzotti con Hitler), mentre per la Pace al Sudafricano Albert Luthuli.


IL VANGELO DELLA DOMENICA


IV Domenica di Pasqua


Colore Liturgico: Bianco


Gv 10,1-10


Io sono la porta delle pecore


In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».


Immagine web: Mosaico parietale del Buon Pastore presso il Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna



FAVOLA DELLA DOMENICA


Il topo che diventa tigre

(Favola indiana)


In una sacra selva, dove usavano ritirarsi coloro che volevano darsi alla preghiera, alla meditazione e alla penitenza, abitava un santo asceta.

Un giorno, mentre egli stava pregando, vide passare a volo una cornacchia la quale teneva nel becco un topolino.

La cornacchia passava proprio su di lui, quando il topolino le sfuggì dal becco e cadde ai piedi del santo uomo.

L'asceta, pietoso, lo raccolse e lo ristorò con granelli di riso. Il topolino rimase presso l'asceta; ma, nonostante le cure del suo salvatore, non viveva affatto sicuro. Bazzicava in quei luoghi un gatto che gli dava una caccia spietata. Allora l'asceta, per rassicurarlo, con la forza della propria penitenza mutò il topolino in un gatto.

Se non che il gatto, ora, temeva di un certo cagnaccio; e l'asceta, sempre generoso, tramutò il gatto in cane. Ma il cane aveva una paura folle della tigre, si che il buon asceta fece del cane una tigre.

Il topo era soddisfatto e se ne andava fiero della sua nuova forma. Ma chi lo vedeva diceva:

Ecco il topo che l'asceta ha mutato in tigre.”

Tutto pieno di rovello pensò:

Finché questo asceta vivrà, nessuno dimenticherà questa vergognosa storia delle mie trasformazioni, e io sarò sempre considerato un topo”.

Andò dunque dall'asceta per ucciderlo.

Ma il santo, leggendo nel suo pensiero e conoscendo la sua intenzione, lo fece ritornare definitivamente un topo.


Immagine: Da Enciclopedia della Fiaba a cura di F.Palazzi (1958) – Illustrazione di Aleardo Terzi




PENSIERI DEL GIORNO


La verità profonta, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità.

La vita è profonda nella sua semplicità”.

(Charles Bukowski)


Ridere, io trovo che ridere è una cura, è parte della guarigione. Per cui il consiglio che do a tutti è cominciare con una grande risata e finire con una grande risata”.

(Tiziano Terzani)

Perdona gli altri, non perchè meritano il perdono,

ma perchè tu meriti la pace”.

(Buddha)


Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo”.

(Oriana Fallaci)


La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi”.

(Pier Paolo Pasolini)



RICETTA DOMENICALE DI NONNA LINA


Lesso “rifatto” con trito d'erbette


Cari amici e amiche, questa che vi propongo oggi, più che una ricetta possiamo chiamarla un riutilizzo di ricetta, ovvero è una di quelle ricette che si usavano fare quando in casa “non si buttava via niente” e ci si doveva arrangiare con gli “avanzi”. Tutto era dovuto per economizzare e per “fame”, ma l'ingegno è proprio in questi casi che trova il suo migliore soddisfacimento ed ecco che un semplice “pezzo” di lesso, magari non di prima qualità, che era servito per insaporire e rendere consistente un lunghissimo brodo,con acqua e verdure, diventare un secondo assolutamente saporito.


Gli INGREDIENTI


Un trancio di lesso avanzato, benissimo anche se avete del pollo lesso.


Erbette come prezzemolo, basilico, cipollina, scalogno ecc.


(a vostro piacimento) sedano e carote che dovrete però prima fargli una mezza cottura nell'acqua o ancora meglio in un poco di brodo.


Burro un 100 gr circa


Farina giusto un pugnetto


Per prima cosa prendete tutte le erbette e se avete scelto anche il sedano e carote e tritate il tutto. La raccomandazione sarebbe di farlo ancora manualmente con la famosa “mezzaluna” perchè c'è il rischio che con il tritatutto diventi tutto una poltiglia.

Mettete sul fuoco una pentola bassa e fate sciogliere il burro con la farina tale da farne una crema, poi mettete le erbe tritate e aggiungete un bicchiere di brodo e subito il lesso a pezzetti. Fate cuocere il tutto bene bene per circa un quarto d'ora o venti minuti cercando magari di non far ritirare troppo, al contempo aggiungete un poco di brodo.

Servire il tutto con una strizzata di limone e foglie fresche di prezzemolo.

Una variante in più, potete aggiungere oltre il lesso anche qualche fetta tritata di prosciutto cotto.

Nonna Lina


Immagine web:


IL MOTIVO DEL GIORNO


POESIA

(Don Backy)



L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


LUDOVIC ALLEAUME – A la campagne





Segni zodiacali del mese: 

TORO dal 21/4 al 20/5

GEMELLI dal 21/5 al 21/6



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