ACCADDE OGGI

ALMANACUS DOMENICALE - 12 MARZO

ALMANACUS DELLA DOMENICA


Oggi è Domenica 12 Marzo della seconda settimana di questo mese e decima settimana di questo anno.

Il sole sorge alle 6:426 e tramonta alle 18:13

La luna tram.08:40 e sorge alle 23:38

Fase Lunare : Gibbosa calante

La prossima luna piena ci sarà il 6 Aprile



SCOPRIRE L'ITALIA


BUONCONVENTO (SI)


Lungo la via Cassia, poco distante dall'imperiosa Siena, nel centro toscana, tra dolci colline si trova questo antico borgo che vanta la sua conoscenza già dal XII secolo. Circondato interamente da mura, che ne danno quel fascino medievale caratteristico dei borghi del centro Italia, la storia del paese passa come tanti dal dominio di Siena ai Medici di Firenze, un borgo dove la cultura contadina ancor oggi è dominante per la fortunosa posizione di una terra fertile bagnata da ben due fiumi, l'Ombrone e l'Arabia. Il poeta Thomas Gray che ne suoi viaggi verso Roma aveva avuto modo di passare da qui, così si espresse in una lettera inviata alla madre: “ Avrai la più bella vista di questo mondo”., e ancora è difficile smentirlo.

Buonconvento, come già dal nome si può presumere, è stato un vero ristoro per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena per raggiungere Roma.

Si vive ancora nel suo interno, quel clima e sapore di vita tranquilla e solare, di lento scorrere medievale, racchiuso in quella cinta muraria trecentesca, sembra svilupparsi tra due ben distinte strade, la principale, Via Soccini, in ricordo di un'antica famiglia, dove è possibile ristorarsi tra fumanti caffetterie e allettanti osterie e dove dominano quasi tutti i più importanti edifici del borgo, come il trecentesco Palazzo Pretorio alla cui facciata vi sono murati ben 25 antichissimi stemmi podestarili, la Torre Civica annessa che due archi gotici e un orologio che domina

dalla torre che connesso alla campana dominante scandisce ogni ora, poi troviamo il Palazzo Comunale, e tanti altri palazzi appartenenti a antiche e nobili famiglie come il settecentesco Palazzo Taja di cui spicca un'antica meridiana. Sempre su questa bellissima via si incontra la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, forse del mille ma interamente ristrutturata intorno al '700, in tipico stile barocco senese al cui interno rimane poco da vedere perchè le sue opere più importanti furono trasferite nel Museo di Arte Sacra, che vale la pena di essere visitato per trovarvi opere dei grani Duccio di Boninsegna, Sano di Pietro, Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni e altri ancora della famosa e importante scuola senese, museo ospitato nell'ottocentesco palazzo Ricci-Socini con una facciata che sorprende in questo trecentesco borgo, tutta in stile liberty. Per gli amanti della storia possiamo nominare che dentro questa chiesa vi sono conservati i resti, e precisamente sotto l'altare di Sant'Antonio, dell'imperatore Arrigo VII che ivi trovò la morte.

L'altra importante via è Via Oscura la cui caratteristica sono i sovrappassi con una successione di archi che creano così con i raggi del sole e la luce del luogo un gioco tra ombre e colori davvero suggestivo. I “chiassi” così nominate le vie adiacenti al centro, ancora possiedono un selciato medievale e è davvero grandioso percorrerli e sentire lo scandire dei nostri passi. Il fascino di questa strada sta proprio in questo vero e toccante tuffo nell'antico, un incantevole trapasso di tempo dal quale pare difficile poi distaccarsene. Da non dimenticare l'antica porta del borgo, Porta Senese, che si trova al termine della via Soccini, che insieme all'altra, Porta Romana, purtroppo distrutta nell'ultima guerra, erano le uniche vie d'accesso a Buonconvento.

E tra questi rumori di vita medievale, tra questi profumi di terre fresche e rigogliose, tra questa luce di un sole prettamente toscano, non ci resta che approfittare di rendere lieto il palato e il fisico, con l'assaggiare il tartufo bianco delle colline senesi, il pecorino toscano DOP e la carne della cinta senese e la tipica panzanella o la pappa al pomodoro se non la caratteristica e famosa ribollita. Il tutto naturalmente “annaffiato” con un buon bicchiere di vino d'Orcia DOC senza naturalmente abusarne.

Immagini Puzzle da web



APPUNTI PER UNA LETTURA


IL BARONE RAMPANTE

(Italo Calvino)


Per la ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita, di questo meraviglioso scrittore, voglio accennarvi, se ancora non avete avuto l'occasione di leggerlo, questo meraviglioso libro di una forza moderna e attuale da sconvolgervi.

Ho detto che non voglio e non voglio!” queste sono le parole di un ragazzino , undicenne, Cosimo Piovasco nel rifiutarsi di mangiare un piatto di lumache e in questo dire sarà il fare ancora più interessante.

Da questo momento decide con fermezza e cocciuta decisione di vivere sopra un albero e non scendervi più.

E da questo momento di contestazione si passa a trascorrere da parte di questo giovane, un correre di vita con i suoi rapporti con il mondo visto dall'albero, dove avrà persino la fortuna di vedersi passare di sotto il grande Napoleone, e dove pure avrà una storia d'amore con la viziata e bella ragazza Viola.

Il libro scorre bene ed è davvero fantasioso e originale, ma la vera importanza, la morale, se vogliamo, è determinazione con cui l'autore tende a sottolineare, la forza dei giovani, la loro libertà d'esprimersi e d'espressione, la loro tenacia, ed è a loro che è affidato il futuro.

Cosimo, il protagonista, quando decise di non scendere più da quell'albero, lo decise con profonda fermezza, ma i genitori, come tutti i genitori del mondo, titubarono e quasi lo lasciarono fare..... “Quando sarai stanco di star lì cambierai idea” gli disse il padre....ma lui l'idea non la cambiò mai.

Libertà significa, intende Calvino, abbattimento di quell'ottusità propria delle persone, delle loro abituali convenzioni, della loro “paura” della “diversità” , del cambiamento. “Diverso” questa parola che definisce tutto quanto non rientra nei nostri schemi e che ci libera dal riflettere e ragionare così da giudicare apertamente e semplicemente.

Cosimo rifiutando le lumache rifiuta la tradizione e accetta la sfida dell'uomo nuovo che deve cambiare l'ambiente che lo circonda, che deve provare a trovare nuove idee per costruire un nuovo mondo e che sià più giusto. Soltanto dalla matura e sapiente gioventù, dalla loro ferrea volontà e dalla loro forza si può pensare di avere un futuro “diverso” ovvero migliore.


Immagine web: Copertina del libro



IL VANGELO DELLA DOMENICA


III Domenica del Tempo di Quaresima

Colore liturgico: Viola


Gv 4, 5 - 42


Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna


In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.

Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Immagine web: Giovanni Lanfranco - Cristo e la Samaritana al pozzo




UN FUMETTO O CARTOONS

TARZAN

Allettati forse dai precedenti successi editoriali che a partire dal 1912 ne fecero la fortuna dello scrittore Edgar Rice Burroughs, i due grandi disegnatori Burne Hogarth e Harold Foster (dal 1929 al 1950)si alternarono nella produzione del più fantastico personaggio fino ad allora esistito, ovvero la nascita del fumetto d'avventura con l'eroe della giungla, Tarzan. La storia narra che la coppia di due esploratori naufragano sulle coste dell'Angola e una volta a riva si addentrano nella giungla africana dove tentano di sopravvivere. Mettono al mondo un bambino a cui viene dato il nome del padre, John, ma poco dopo la violenta vita tra animali feroci e gli stenti fecero si che i genitori morissero e il piccolo venisse fortunatamente e meravigliosamente “adottato” dalle scimmie. Con loro crebbe imparando così a parlare con gli animali e a sviluppare le sue doti fisiche divenendo così una specie di re della giungla. Le avventure di Tarzan sono basate appunto su lui grande amico degli animali che dovrà lottare contro le più incredibili ingiustizie, contro imprudenti e licenziosi esploratori, un accanito difensore della natura e degli animali. Un vero paladino della giustizia.

Immagine web: Una copertina del fumetto



UN FILM ANNI ‘80


GHANDI


Tratto dal libro “In Search of Gandhi” il regista Attenborough riesce a condensare in quasi tre ore di spettacolo, l'intera vera vita del grande Mohandas H.Gandhi, colui che fu l'artefice dell'indipendenza indiana e profeta assoluto della non violenza. Un film davvero imperioso ma altrettanto scorrevole e ben sviluppato con la magistrale e premiata interpretazione dell'attore di origini indiane, Ben Kingsley. Un messaggio gandhiano che scaturisce da ogni scena e da ogni parola, un lungo viaggio che ci fa conoscere la forza interiore di questo grande e al tempo stesso fragile uomo, fragilità del corpo spesso messo a repentaglio con le infinite guerre di digiuni, e grande per il suo spirito e la sua mente. Davvero un film da rivedere chi nel 1982 ha avuto la fortuna di vederlo nei grandi schermi o comunque da vedere a chi ancora non lo avesse fatto.




PENSIERI DEL GIORNO



Gustate e vedete quanto è buono il signore”

(Salmo 34,9)


In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.”

(Martin Luther King)



Non conosco altro segno di superiorità per l'uomo se non la bontà.”

(Ludwig van Beethoven)



RICETTA DOMENICALE DI NONNA LINA


MINESTRA DI RISO E FAGIOLI


Sono troppo attaccata alle mie tradizioni, ai miei sapori, al mio cucinare di tutti i giorni che non posso enunciarvi una ricetta di altre regioni, perchè sarebbe come fare un copia – incolla, io invece tendo a nominarvi quelle ricette che mi trovo a fare abitualmente, giornalmente, ormai da tantissimi anni, e stamani vi propongo questa che a mio parere si può considerare un piatto unico. E' semplice nell'eseguirla anche se i tempi magari sono un poco lunghi nella preparazione ma vi garantisco che la prelibatezza del piatto vi sarà di ringraziamento per la vostra dedizione.


Partiamo dagli ingredienti:

300gr di fagioli secchi borlotti (preferisco quelli secchi perchè mantengono più sapore e sostanza)

500gr di riso

mezza cipolla

mezza carota

1 piccola costa di sedano

4 pomodori tagliati a filetti ( se avete dei pomodorini pachini, ancora più gustosi allora consideratene 6)

una o due foglie di salvia

uno spicchio d'aglio.

un poco di peperoncino ( a piacere il pepe)

olio Evo

formaggio parmigiano grattugiato.


La sera prima mettete a molle ( mettete a bagno) i fagioli, al mattino seguente dopo averli scolati e risciacquati ben bene, cuoceteli in una pentola con acqua, le foglie di salvia e lo spicchio d'aglio nudo, appena prendono il bollore abbassate il fuoco e portateli a cottura lentamente.

Una volta cotti, toglieteli dal fuoco e salateli, poi lasciateli in pentola.

In un'altra pentola o marmitta, mettete un poco d'oli Evo, tutte le verdure a pezzi, il peperoncino (o pepe) e i pomodori che avrete precedentemente affettato. Soffriggete un poco il tutto poi aggiungete i fagioli scolati, mescolateli con il condimento e bagnate il tutto con l'acqua di cottura, appena riprenderà il bollore versatevi il riso. Cuocete per circa 20 minuti, nel frattempo se vedete che l'impasto si addensa troppo aggiungete ancora dell'acqua di cottura. Mescolate spesso e appena il riso sarà cotto potete servirla calda con una bella irrorata di parmigiano grattugiato. Buon appetito.


Nonna Lina

Immagine web:



IL MOTIVO DEL GIORNO


Per i bambini e pure per i grandi


Bruno Lauzi – La tartaruga




L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA


Madonna con Bambino – Giuseppe Bertini ( Musei del Vaticano – Città del Vaticano)



Segni zodiacali del mese: PESCI dal 20/2 al 20/3


ARIETE dal 21/3 al 20/4




Commenti

Post più popolari