ALMANACUS DOMENICALE - 2 APRILE (Domenica delle Palme)
ALMANACUS DELLA DOMENICA
Oggi è Domenica 2 Aprile della prima settimana di questo mese e tredicesima settimana di questo anno.
Il sole sorge alle 6:150 e tramonta alle 19:36
La luna tram.05:35 e sorge alle 15:51
Fase Lunare : Gibbosa Crescente
La prossima luna piena ci sarà il 6 Aprile
SCOPRIRE L'ITALIA
SANTA FIORA
Non c'è borgo o paese migliore per visitare in questo periodo di primavera, periodo in cui la Maremma toscana assume quella varietà di colori che la distinguono e dove in mezzo a questa terra si erge sul versante meridionale del Monte Amiata , questo stupendo e caratteristico borgo di Santa Fiora che prende il nome dal copioso fiume che la attraversa. Il borgo ha radici molto lontane e deve la sua nascita per opera degli Aldobrandeschi, poi subentrarono gli Sforza e di questo vivido periodo ne sono ancora testimonianze nelle piccole viuzze del paese, dove il tempo pare si sia fermato e dove i ritmi lenti e pacati sono scanditi dallo scorrere del fiume.
Il borgo è stato insito tra i Borghi più belli d'Italia ed è diventato meta turistica soprattutto da coloro che vogliono trascorrere un momento di assoluta pace interiore e tuffarsi nell'armonia del passato e rivivere di quel periodo medievale tipico toscano.
La parte più antica del borgo è il terziere del Castello dove si può immaginare e comunque ammirare ciò che resta della prima roccaforte aldobrandesca, si prosegue poi per Piazza Garibaldi, considerata il centro vero e proprio, circondati da un panorama sul paesaggio collinare che non può che toglierci il fiato dall'emozione, qui troviamo la torre dell'Orologio e il palazzo dei conti Sforza Cesarini adibito oggi a sede comunale ma al cui interno vi è un interessante museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata, una vera e impressionante testimonianza della vita dei minatori che per tantissimo tempo furono fonte di sostentamento in questo borgo. Da non perdere assolutamente la visita alla Pieve delle Sante Flora e Lucilla al cui interno vi sono una serie spettacolare di opere d'arte di fabbrica robbiana, ovvero di quelle opere di terracotta impreziosite da un rivestimento ceramico talvolta colorato con toni brillanti e vividi che sono opera del grande Andrea della Robbia, come il Battesimo di Gesù, o il trittico raffigurante l'incoronazione della Vergine e i Santi Francesco d'Assisi e Girolamo o il bellissimo pulpito interamente ceramicato con scene ai tre rispettivi lati dell'Ultima Cena, della Resurrezione e Ascensione al cielo di Gesù.
Appena fuori da ciò che rimane delle mura che un tempo circondavano il terziere vale la pena di visitare la chiesa della Madonna delle Nevi dove da un pavimento in vetro dell'edificio potrete vedere lo scorrere del fiume.
Per tuffarvi davvero nell'incanto di questo florido paese, gustare di quel verde incontaminato dovrete assolutamente visitare la Peschiera, un vero e proprio parco-giardino rinascimentale voluto dagli Sforza per allevarvi le trote.
Per finire non mi resta che raccomandarvi questa passeggiata che se avete occasione di trovarvici nel giorno del 3 maggio vi affascinerà la Processione dei tronchi che viene eseguita per grazia ricevuta durante il sisma del 1778 e che consiste nel portare per le vie il Crocefisso “miracoloso” della chiesa del SS.Crocifisso mentre i “cirenei” danno prova di forza reggendo i “tronchi” che non sono altro che grandi croci cave alte quasi cinque metri.
Immagini puzzle da web:
APPUNTI PER UNA LETTURA
Ogni domenica posterò sempre un brano che parla di un personaggio principale tratto dalle pagine del libro in questione….lascio a voi indovinare il titolo del libro e l'autore.....la soluzione la prossima domenica.
(La soluzione della domenica precedente era “LA CIOCIARA” di ALBERTO MORAVIA )
“...Mara dice di avere gli occhi gialli, io li ho scuri, come i capelli. Lei è vivace, sgarbata e tenera come la sua adolescenza. Anche sfacciata e bugiarda, quando serve. Io sono serio e asciutto, uno zaino in spalla e un fazzoletto rosso al collo. Sono un giovane brusco di modi, con una smorfia per sorriso, facile soltanto a mettere mano alla rivoltella. Tra i partigiani mi chiamavano Vendicatore, perchè avevo una mia infantile idea di giustizia: vendicare la mia gente di tutti i torti subiti, come quello di nascere poveri, e orfani, e offesi.
All'inizio il nostro amore fu un gioco di ritrosie e di abbandoni, di stoffa di paracadute per regalo, di tasche scucite e scarpe coi tacchi, di promesse sventate. Tra capanni di calce secca, e filari, terra zappata di fresco, boschi, ciliegi. All'ultimo, una storia di dolorosa fedeltà, consumata sul confine del parlatorio di un carcere, tra due inferriate. Da un lato il femminile coraggio di Mara di accettare il suo destino disgraziato; dall'altro, la nostra innocenza perduta nella guerra, insieme alla giovinezza.”
TITOLO E AUTORE ( da indovinare)
Immagine web: Parziale della copertina del libro
IL VANGELO DELLA DOMENICA
Il Vangelo di oggi sarebbe la lettura della Passione di Cristo di Matteo,(Mt 26,14 – 27,66) ma per la lunghezza del testo ho soltanto riportato l'ingresso della funzione di commemorazione del Cristo che entra in Gerusalemme.
Domenica delle Palme
Colore liturgico: Rosso
(Mt 21, 1-11)
Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Immagine web: Ingresso a Gerusalemme - Jeff Hein
CURIOSITA'
Potrebbe sembrare un discorso utopistico, ma sarebbe davvero augurale che la “caratteristica” colomba ritrovasse quella buona volontà e si decidesse di riprendere davvero il suo volo per far si che tutti i popoli si possano davvero abbracciare e incitarsi per una forte ansia di pace, serenità e amore. Ma questo evento non pare davvero che si possa verificare e anzi le nuvole sono sempre più nere e quella colomba di volare non ne ha proprio la voglia e soprattutto il coraggio. L'unico che resiste (anche se ultimamente risente anche lui di qualche controversia) sfidando gelo e vento, calura e umidità, è l'olivo, il simbolo antico della pace. L'olivo sfida il tempo e le intemperie caparbiamente pur di donarci i suoi preziosi frutti e il suo fogliame patinato d'argento. Un simbolo di pace che sta perdendo comunque il suo significato ed è per questo che è compito nostro riportare nelle nostre case il ramo d'olivo se non altro come forma di pianta curativa dalle molteplici virtù. Chissà, la speranza è l'ultima a morire come dice un vecchio detto, che insieme a qualche provvido medicamento non ci procuri miracolosamente una costante serenità.
Buona festa della Palme
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web:
FAVOLA DELLA DOMENICA
I DUE LEONI
(Florian)
Nei deserti dell'Africa e sotto un sole ardente due grandi leoni travagliati dalla sete giunsero ai piedi di certe rocce donde colava un filo d'acqua che si andava raccogliendo in una breve pozzetta.
Leoni tutti e due, nella stessa necessità tutti e due, avrebbero potuto bere insieme e, se non proprio saziarsi, almeno spegnere il più vivo dell'arsura. Ma l'orgoglio parlò e ciascuno pretese di bere primo e da solo. Occhiatacce ostili, criniere irte, ruggiti feroci, sferzar di code: e i due balzarono l'uno sopra l'altro e si abbrancarono furenti a colpi di artigli e di zanne. Erano di pari forza e di pari coraggio, si che durarono a lungo a straziarsi così. Finalmente stanchi, anelanti, lacerati, sanguinosi, si fermarono ad un tempo: non ne potevano più. E l'orgoglio era caduto. Si strascinarono sulla sabbia fino alla pozza.
Più nulla! L'esile vena s'era inaridita: il sole aveva prosciugato la conca poverella. I due leoni morirono di ferite e di sete.
Che sarebbe una bella lezione per gli uomini, se volessero intenderla.
Immagine web: Due Leoni - Albrecht Durer
PENSIERI DEL GIORNO
“ Fai ciò che ami, ama ciò che fai,
e mantieni più di quanto hai promesso”
(Harvey B. Mackay)
“Nessuno al di fuori di noi stessi può governarci interiormente.
Quando lo sappiamo, diventiamo liberi.”
(Buddha)
“Ricevi il benessere e la prosperità sena arroganza;
e sii pronto a lasciarle andare.”
(Marco Aurelio)
RICETTA DOMENICALE DI NONNA LINA
Carissimi amici, questa mattina vi voglio insegnare, ma sicuramente già lo conoscete, un condimento per pasta davvero veloce e al tempo stesso gustosissimo, è un condimento tipico toscano e dal nome alquanto strano, infatti si chiama “sugo finto o scappato” e il motivo è che si prepara come un sugo di carne, ma la carne non c'è (è “scappata” via). Talvolta lo possiamo confondere con il sugo di pomodoro ma lo differenzia da quello perchè in questo il trito di odori viene soffritto. Nella tipica zona della Lunigiana lo chiamano “tocco o tochin” e al tempo dei miei nonni, quando i pomodori pelati in scatola non esistevano affatto, questo sugo si preparava con il “concentrato” ( quello che loro preparavano essiccando al sole su tavole di legno i pomodori e poi passati) diluito con un poco di brodo vegetale. Ma veniamo agli ingredienti e alla preparazione e mi raccomando, provatelo ne vale la pena e vi accorgerete che è anche essenziale per voi che avete sempre fretta e il tempo pare non bastarvi.
400 gr di pomodori pelati ( io spesso uso i pomodorini ciliegini e vi garantisco che viene più saporito)
odori (cipolla, carota, sedano)
1 ciuffo di prezzemolo
Mezzo bicchiere di vino rosso
Olio Evo
sale e pepe (io preferisco il peperoncino)
Fate un battuto abbastanza fine con gli odori e il prezzemolo, poi lo mettete in un tegame a rosolare con un poco di olio Evo (indicativamente 6 o 7 cucchiai). Quando la cipolla e il tutto comincia a imbiondire irrorate con il vino rosso e aspettate che evapori, (quando non sentirete più l'aroma del vino significa che è evaporato tutto) a questo punto unite i pomodori. Salate a piacimento e aggiungete o il pepe o il peperoncino tritato e fate poi cuocere a tegame scoperto per circa 40 minuti e comunque fino a che il tutto non sia un poco rappreso e che abbia formato quella caratteristica densità come una crema.
E' ottimo sia per le paste corte che lunghe, servite con una o due foglie di basilico fresco e del parmigiano grattugiato.
Nonna Lina
Immagine web:
IL MOTIVO DEL GIORNO
Enzo Jannacci - Ci vuole orecchio
L'OPERA D'ARTE DELLA DOMENICA
Alfredo Tofanelli
Segni zodiacali del mese: ARIETE dal 20/3 al 20/4
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