ALMANACUS 8 MARZO
ALMANACUS 8 MARZO
PERCHE' LA FESTA DELLA DONNA SI CELEBRA
L'8 MARZO?
Nel lontano 1908 un lunghissimo corteo di donne, si enunciano circa 15000, attraversò le strade di New York per rivendicare il diritto di voto e una migliore retribuzione e un ulteriore riduzione delle ore lavorative.
La proposta di celebrare una Giornata Internazionale della donna si deve a Clara Zetkin che nel 1910 riuscì a strapparla all'unanimità dai partecipanti alla Conferenza internazionale della donna indetta a Copenaghen.
Dobbiamo aspettare comunque il 1975 quando le Nazioni Unite concordano che il giorno 8 Marzo sia ufficialmente dichiarato giorno dedicato alle donne. La prima vera celebrazione delle festa della donna è stata nel 1996 e l'argomento era “Celebrare il passato, pianificare il futuro”.
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COME SI DICE “FESTA DELLA DONNA”
IN DIVERSE LINGUE
Bonne Journée de la Femme – Francese
Alles Gute zum Tag der Frauen – Tedesco
Happy Women's Day - Inglese
Feliz Dia Da Mulher – Portoghese
Feliz Día de la Mujer – Spagnolo
Glad kvinnors dag – Svedese
Kadınlar günün kutlu olsun! - Turco
Khuśa mahilā divasa - Gujarati
Kokusai josei day – giapponese
mahila divas kee shubhakaamanae - Hindi
szczęśliwy Dzień Kobiet – Polacco
yeoseong-ui nal-eul chugha haeyo – coreano
Поздравляю тебя с восьмым марта – Ucraino
С Международным женским днем [S Mezhdunarodnym zhenskim dnem] – Russo
وم المرأة العالمي – Arabo
妇女节快乐 [fù nǚ jié kuài lè] – Cinese
ALCUNE DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO
FLORENCE NIGHTENGALE – Colei che è riuscita a trasformare l'assistenza infermieristica e medica moderna arrivando perciò a portare un nuovo livello d'igene, infatti molte vite hanno avuto la fortuna di essere salvate da morte sicura proprio grazie al suo metodo igienista introdotto negli ospedali.
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RACHELE CARSON – E' stata la prima ad evidenziare e sottolineare gli effetti dannosi dei pesticidi scrivendo un famoso libro “Silent Spring”.
Si può dire che è sorta in proposito quella ancor più importante consapevolezza dell'inquinamento convogliando l'attenzione del pubblico e rinforzando e ampliando la ricerca per ottenere gli stessi prodotti anche alimentari più puliti.
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FRASI DI PERSONAGGI CELEBRI SULLA DONNA
Un uomo può indossare ciò che vuole: Resterà sempre un accessorio della donna. ( Coco Chanel )
Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le signole parti. (Seneca)
La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un'affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo. ( Rita Levi Montalcini )
Colui che accetta la donna come Dio l'ha fatta, le rende giustizia.”
( Kahlil Gibran )
Gli uomini vorrebbero essere sempre il primo amore di una donna. Questa è la loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile per le cose: a loro piace essere l'ultimo amore di un uomo. ( Oscar Wilde )
Gli uomini sono donne che non ce l'hanno fatta. ( Groucho Marx )
Essere donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai. ( Oriana Fallaci )
Non si nasce donne: si diventa. (Simone De Beauvoir)
Non sono una donna addomesticabile. (Alda Merini)
ALCUNE DONNE NELLA LETTERATURA ANTICA
Un accenno di rilievo si ha già nel 1200 da parte di una fiorentina conosciuta come Compiuta Donzella che sotto l'influsso di una vena di poesia Provenzale ma caratterizzata dalla allora fiorente Scuola Siciliana ha lasciato alcune rime davvero interessanti. Eccone un accenno:
“A la stagion che 'l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tutti i fin' amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;
la franca gente tutta s'inamora,
e di servir ciascun tragges' inanti,
ed ogni damigella in gioi' dimora;
e me, n'abondan marrimenti e pianti.
Ca lo mio padre m'ha messa 'n errore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore
ed io di ciò non ho disio né voglia,
e in gran tormento vivo a tutte l'ore;
però non mi ralegra fior né foglia.”
Nomi di rilievo si hanno dopo la metà del XVI secolo di cui spicca Caterina da Siena anche se le sue lettere e i suoi scritti sono più rivolti a un pensiero mistico.
Nel fragore della dinastia Medicea, nel XV secolo troviamo Antonia Giannotti Pulci che raggiunse un certo spicco di notorietà con la sua “Santa Guglielmina”. Bisogna però sottolineare che l'essere stata notata e menzionata in quel periodo lo deve soprattutto per essere stata la moglie del fratello del più famoso autore del periodo, Luigi Pulci con il suo “MORGANTE” e questo gli ha procurato la frequentazione presso la casata del Magnifico.
Alessandra Macinghi Strozzi moglie di uno dei più nobili casati fiorentini, esiliato poi con tutta la famiglia dai fiorentini per cause politiche. Nel carteggio proprio degli Strozzi sono rimaste di lei “Lettere ai figliuoli esuli”. Un accurato scritto spontaneo, di sentimento e accoratezza tipico di una devota madre.
Di una cortigiana di Roma si ha notizia di alcune importanti “Rime” di ispirazione amorosa e soprattutto il “Dialogo della infinità di amore” che si avvicina ai canoni petrarcheschi, ed era Tullia d'Aragona.
Barbara Torelli Strozzi di Parma di cui si conosce un sonetto scritto sulla morte del secondo marito Ercole Strozzi che fu assassinato dopo pochi giorni dalle nozze.
La ferrea contessa bresciana, Veronica Gambara, che a 28 anni, vedova del signore di Correggio, riuscì a reggere il governo di quel piccolo staterello, scrisse bellissime rime e canzoni quasi tutte dedicate al marito come questo accenno:
“Quando miro la terra ornata e bella
Di mille vaghi ed odorati fiori,
e che, come nel ciel luce ogni stella,
così splendono in lei vari colori,
ed ogni fiera solitaria e snella,
mossa da naturale istinto, fuori
de' boschi uscendo e de l'antiche grotte,
va cercando il compagno e giorno e notte.”
Conosciutissima da quasi tutti gli artisti del tempo , come Michelangelo o il poeta Tarsia,(siamo ai primi del 1500) Vittoria Colonna dopo essere divenuta vedova visse un'intensa vita religiosa e scrisse notevoli rime e un “Canzoniere” di cui ne trascrivo una piccolissima parte:
“A quale strazio la mia vita adduce
Amor, che oscuro il chiaro sol mi rende,
e nel mio petto al suo apparire accende
maggior desio della mia vaga luce.
Tutto il bel che natura a noi produce,
che tanto aggrada a chi men vede e intende,
più di pace mi toglie e sì m'offende,
ch'a più caldi sospir mi riconduce.
Se verde prato e se fior vari miro,
priva d'ogni speranza trema l'alma:
che rinverde il pensier del suo bel frutto
che morte svelse. A lui la grave salma
tolse un dolce e brevissimo sospiro,
e a me lasciò l'amaro eterno lutto.”
Di Città di Castello, pur non conoscendone notizie, rimangono delle bellissime poesie sacre e delle liriche petrarchesche di Francesca Turrini Bufalini di cui riporto un breve sonetto:
“Cara, fida, secreta cameretta,
in cui passai dolente i miei verd'anni,
da cui la notte e 'l dì piansi i miei danni,
mentre in te mi vedea chiusa e soletta;
quanto in ogni stagion fosti diletta,
alternando a me stessa i fregi e i panni,
ed a' vari pensier spiegando i vanni ( i vanni: le ali)
o sonando e leggendo opera eletta!
Or con trapunti il giorno iva passando,
or con le Muse al fonte d' Elicona,
ponendo in tutto ogn'altra cura in bando.
Ché a questo ogn'altro ben non paragona,
né dolcezza è maggiore di quella, quando
con lor dove si canta e si ragiona.”
Nel 1550 spicca Terracina Laura, cortigiana napoletana con il suo “Discorso sopra il principio di tutti i canti d'Orlando Furioso”.
Da una vita tragica, Isabella di Morra, seppe trarne beneficio con la scrittura. Figlia di un importante feudatario lucano, rimase affidata ai fratelli dopo che il padre fu costretto ad esiliare, i quali di lei non importava assolutamente niente e poi in quanto donna, venne segregata a vita perenne nel feudo. Tra queste mura ella iniziò così a scrivere e nel contempo riuscì ad avere una piccolissima relazione amorosa con un poeta nobile spagnolo, confinante il suo feudo, Diego De Castro, tramite un precettore. Quando i fratelli giunsero alla scoperta di questa “ignobile” scoperta, uccisero lei, precettore e amante.
Con questo suo sonetto termino questa parziale ricerca di prime letterate.
“Da un alto monte ove si scorge il mare
miro sovent' io, tua figlia Isabella,
s'alcun legno spalmato in quello appare ( legno spalmato: nave)
che di te, padre, a me doni novella.
Ma la mia avversa e dispietata stella
non vuol ch'alcun conforto possa entrare
nel tristo cor, ma di pietà rubella ( rubella: nemica )
la salda speme in pianto fa mutare.:
ch'io non veggo nel mar remo né vela
(così deserto è l'infelice lito)
che l'onde fenda, o che la gonfi il vento.
Contra Fortuna allor spargo querela,
ed ho in odio il denigrato sito,
come sola cagion del mio tormento.”
ALCUNE POESIE DI DONNE CONTEMPORANEE
(immagini web)
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.
(ALDA MERINI)
Donne mie che siete pigre,
angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini,
ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le in giustizie che vi fanno.
Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l'idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore,
possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
(il dovere di amare vi fa odiare l'amore, lo so)
un amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste
dobbiamo uscire
donne mie,
stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paure.
(DACIA MARAINI)
Madame X
Io non sono il mio corpo.
Mi è straniero, nemico.
Ancora peggio è l’anima,
e neppure con essa m’identifico.
Osservo di lontano
le rozze acrobazie di questa coppia,
con distacco, ironia –
con disgusto talvolta.
E intanto penso che la loro assenza
Sarebbe più un guadagno che un dolore:
questa e altre cose… Ma mentre le penso,
io chi sono, e dove?
(MARGHERITA GUIDACCI)
UNA CANZONE PER TERMINARE
DONNA
Donne piccole come stelle
C'è qualcuno, le vuole belle
Donna solo per qualche giorno
Poi ti trattano come un porno
Donne piccole e violentate
Molte quelle delle borgate
Ma quegli uomini sono duri
Quelli godono come muli
Donna come l'acqua di mare
Chi si bagna vuole anche il sole
Chi la vuole per una notte
C'è chi invece la prende a botte
Donna come un mazzo di fiori
Quando è sola ti fanno fuori
Donna, cosa succederà
Quando a casa non tornerai?
Donna, fatti saltare addosso
In quella strada nessuno passa
Donna, fatti legare al palo
E le tue mani ti fanno male
Donna che non sente dolore
Quando il freddo gli arriva al cuore
Quello ormai non ha più tempo
E se n'è andato soffiando il vento
Donna come l'acqua di mare
Chi si bagna vuole anche il sole
Chi la vuole per una notte
E c'è chi invece la prende a botte
Donna, donna come un mazzo di fiori
Quando è sola ti fanno fuori
Donna, cosa succederà
Quando a casa non tornerai?
Donna come l'acqua di mare
Chi si bagna vuole anche il sole
Chi la vuole per una notte
E c'è chi invece la prende a botte
Donna come un mazzo di fiori
Quando è sola ti fanno fuori
Donna, cosa succederà
Quando a casa non tornerai?
(ENZO GRAGNANIELLO)
La meravigliosa voce di Mia Martini
Servizio completo! 👏
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